
Davvero l’Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente, è un documento impeccabile per accedere a bonus e agevolazioni fiscali? La questione non è nuova e il ministro Matteo Salvini, in videocollegamento con la Festa nazionale dell’Udc a Roma, ha rilanciato la questione osservando che “le regole andrebbero riviste in quanto i bonus vanno troppo spesso sempre agli stessi” e ha rivelato che “c’è già un confronto in maggioranza” su una possibile revisione delle regole del reddito Isee.
A fine agosto il leader della Lega aveva già fatto sapere che con il ministro Giorgetti stava lavorando all’idea di togliere la prima casa dal calcolo Isee, in quanto è sufficiente possedere anche un monolocale per “essere considerati ricchi e non accedere a bonus per l’asilo, per l’affitto, per la bolletta della luce”.
Le critiche all’attuale strutturazione dell’Isee non sono nuove. Tanto che dallo scorso 16 giugno il servizio per la presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) nella modalità precompilata per richiedere l’Isee è stato integrato per ottimizzare le modalità di esclusione dei titoli di Stato, dei buoni fruttiferi postali e dei libretti di risparmio postale posseduti al 31 dicembre del secondo anno precedente a quello di presentazione della Dsu, fino a un massimo di 50mila euro per nucleo familiare.
In effetti, l’Isee presenta alcune distorsioni. Ad esempio, sia i redditi sia i patrimoni mobiliari e immobiliari valutati sono vecchi rispetto al momento della prestazione. In pratica ciò che una famiglia dispone al momento della compilazione non corrisponde con quanto dichiarato perché la “fotografia” è di molto tempo prima. Inoltre i controlli potrebbero essere migliorati.
Un altro capitolo riguarda le sanzioni davvero eccessive – specie spesso trattandosi di persone non abbienti – pererrori nella compilazione dell’Isee. Possono arrivare anche a 25mila euro e, in alcuni casi, possono comportare conseguenze penali, benché in caso di errore involontario, il contribuente abbia la possibilità di correggere la dichiarazione ed evitare provvedimenti severi.
Infine, c’è da discutere sul boom dei bonus, che tra l’altro incidono notevolmente sui conti pubblici e, nel contempo, determinano aumenti di prezzo dei materiali collegati (si pensi al Superbonus che ha fatto lievitare all’inverosimile i costi dei materiali edili, o al bonus per le biciclette, che ne ha fatto aumentare i prezzi). Il nostro patronato Enasc ne ha calcolati una quarantina. Ricordiamo, tra i tanti, quelli “asilo nido”, “elettrodomestici”, “auto elettrica”, “affitto studenti fuorisede” fino alla carta “Dedicata a te” e al bonus psicologo in partenza da oggi. Se davvero il meccanismo è distorsivo e non è equo, non sarebbe il caso di adottare nuove strategie?
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
