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Un ricordo di Milva

Di Milva ricordiamo soprattutto la straordinaria fisicità, con impeto e passionalità unici, voce potente, un’estensione vocale straordinaria, e la chioma rossa. Ma anche la versatilità, conservando sempre la qualità di interprete raffinata e colta in ogni suo variegato impegno tra un ricchissimo repertorio musicale (da Franco Battiato a Luciano Berio, da Ennio Morricone ad Astor Piazzolla), la decina di apparizioni cinematografiche, anche accanto a Gina Lollobrigida, la conduzione di programmi televisivi e l’impegno teatrale, Giorgio Strehler su tutti, ma anche le poesie di Alda Merini. E la sua dimensione internazionale, ad esempio tra le artiste italiane più note in Germania, grazie anche ai successi alla Deutsche Oper di Berlino con Brecht, in Francia, dove ha calcato le scene all’Olympia di Parigi, o ancora in Olanda all’Opera di Amsterdam.

La scomparsa dell’artista emiliana di Goro (“la pantera di Goro”), vero nome Maria Ilva Biolcati, crea il primo vuoto in quella generazione di interpreti femminili degli anni Sessanta, con cui siamo cresciuti, che hanno rinnovato e fatto grande la nostra produzione musicale, sopravvivendo anche ai cantautori. Indicativo l’odierno successo di Ornella Vanoni, che nelle scorse settimane ha raggiunto il primo posto in classifica con il sofisticato ed elegante album “Unica” (primato mondiale per un podio conquistato da un’artista di quasi 87 anni con un disco di inediti). Così come Orietta Berti, capace di rimettersi in gioco a Sanremo dopo tanti anni di assenza (e l’anno scorso Rita Pavone), proprio in quel festival a cui Milva ha debuttato a 22 anni e vi ha poi preso parte altre quattordici volte, dopo gli esordi cantando canzoni di Nilla Pizzi e Gino Latilla.

Lo spettacolo, penalizzato da queste stagioni difficili segnate da Covid e da necessarie chiusure, fa parte della sfera individuale di ciascuno di noi e quindi dell’intera società. Ne costituisce una componente importante. Quando perdiamo un tassello del mosaico, ne rimaniamo un po’ tutti orfani.

Tanto più per un’artista italiana con oltre cinquant’anni di carriera, migliaia di concerti e spettacoli teatrali in tutto il mondo, 173 album realizzati in sette lingue diverse. Tra i tanti successi a lei legati spiccano “La filanda” dal repertorio della Rodriguez, “Canzone” di Don Backy, “Sono felice” di Ron, “La Rossa” di Enzo Iannacci, “Uomini addosso” dei Pooh, “The show must go on” di Giorgio Faletti fino alla straordinaria “Alexanderplatz” di Franco Battiato o alle interpretazioni di “Milord” (lanciato da Edith Piaf) e di “Lili Marlene” (la più celebre interpretazione, quella di Marlene Dietrich).

Il modo migliore per onorare un’artista è renderla eterna riascoltando le sue interpretazioni.

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