Donne ancora penalizzate nel mondo del lavoro, nonostante i grandi passi in avanti registrati negli ultimi decenni. E’ quanto risulta dall’indagine “Gender diversity”, condotta su un campione di oltre 200 intervistati da Hays, società del recruitment specializzato.
Dal report emerge innanzitutto che uomini e donne hanno analoghe ambizioni di carriera: l’87 per cento del campione femminile e il 90 per cento di quello maschile, infatti, aspira a raggiungere posizioni di leadership. I numeri cambiano significativamente però, se si sondano aspettative e speranze: una donna su due (49 per cento), non pensa di avere le stesse opportunità del sesso opposto, al contrario del 73 per cento dei professionisti uomini che, invece, crede nelle pari possibilità di crescita, indipendentemente dal genere.
Le donne ai vertici aziendali continuano a costituire un’esigua minoranza. Come dichiara il 78 per cento delle intervistate e il 91 per cento degli intervistati, la persona con la più alta seniority aziendale è infatti di sesso maschile. Ma non è tutto. Il 73 per cento delle donne (vs. 86 per cento degli uomini) ha un uomo come riporto diretto. Differenze che sembrano assottigliarsi solo quando si analizzano i team di lavoro: il 26 per cento di entrambi i generi, infatti, dichiara di lavorare in team dove regna equilibrio fra i due sessi. Le differenze nella percezione del mercato continuano se si prendono in considerazione gli aspetti retributivi: più della metà delle donne (52 per cento) ritiene che i colleghi maschi di pari livello percepiscano retribuzioni più importanti; un’opinione condivisa solo dal 37 per cento degli uomini.
Varia tra uomini e donne anche la percezione di come viene valutato il lavoro: per circa il 40 per cento del campione femminile le performance lavorative delle donne vengono giudicate con maggiore severità rispetto a quelle dei colleghi di sesso opposto, mentre per nove intervistati su dieci (90 per cento) il lavoro di un uomo e quello di una donna vengono valutati in maniera imparziale. Inoltre il 31 per cento delle intervistate ritiene che spesso il merito dei buoni risultati ottenuti dalle donne sia attribuito al lavoro di squadra, negando il merito personale.
Quando si entra nell’ambito dei giudizi di merito sul proprio capo, uomini e donne sembrano finalmente trovare un punto d’accordo. Nel dettaglio il 34 per cento del campione femminile (vs. il 35 per cento di quello maschile) ritiene il proprio superiore una figura positiva, capace di portare a casa ottimi risultati. E ancora secondo uomini (13 per cento) e donne (12 per cento) il capo è un professionista abile nel pianificare il lavoro. Decisamente più contenute, ma sempre allineate, le recensioni meno lusinghiere: il 9 per cento delle donne e il 10 per cento degli uomini ritiene il proprio responsabile un incompetente, mentre professioniste (l’8 per cento) e lavoratori (9 per cento) accusano chi è al comando di essere eccessivamente accentratore.
Deboli anche gli sforzi che le aziende mettono in campo per supportare la diversità di genere e favorire l’inserimento sul luogo di lavoro. Solo il 29 per cento delle intervistate, per esempio, lavora in un’azienda dove ci sono strumenti finalizzati a conciliare lavoro e famiglia. Tra i più apprezzati? L’orario flessibile (55 per cento), la possibilità di lavorare da casa (15 per cento), l’asilo aziendale (9 per cento), oltre al congedo di paternità (6 per cento).
“Anche se sono stati fatti diversi passi avanti rispetto agli anni passati, la parità di genere in Italia sembra essere ancora una chimera. – sottolinea Sofia Cortesi, finance director di Hays. “Uomini e donne hanno spesso percezioni diametralmente opposte del mondo del lavoro nel nostro Paese e il fatto che, ancora oggi, le donne che ricoprono ruoli di leadership siano così poche fa riflettere. Le donne sono un asset che il nostro Paese deve riuscire a valorizzare: è auspicabile un cambio di direzione che porti le professioniste italiane ad avere le stesse reali opportunità di crescita e di carriera dei colleghi maschi”.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
