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Morano Calabro: una perla da scoprire

CENNI STORICI

panorama innevato notturno 2Morano ha origini antichissime. Ne offrono una sicura testimonianza i numerosi reperti rinvenuti nelle campagne, specie nel punto dove sorgeva il borgo di Summuranum, a sud dell’attuale centro abitato.

Il toponimo non deriva dal fatto che vi dimorarono i Mori, giacché anche prima del loro arrivo il paese aveva quel nome. C’è chi vorrebbe ricondurre il termine ai gelsi mori, di cui le campagne circostanti abbondavano, ma anche quest’altra ipotesi non regge giacché la coltivazione del gelso è di data posteriore alla fondazione del paese. Padre Fiore e lo scrittore Leonardo Tufarello fanno risalire il toponimo ad un’esclamazione degli Enotri pronunciata nel momento in cui scelsero la località come loro sede residenziale. “Hie moremur! … qui dimoriamo! Qui ci fermeremo!” avrebbero gridato, esultanti, i nuovi arrivati e dal quel “moremur”, variamente contaminato, si sarebbe poi passati a Morano. La suggestiva supposizione presenta, però, una lacuna di fondo: gli Enotri non parlavano latino e pertanto non avrebbero potuto citare la frase.

Ed allora? Le congetture continuano più o meno fantasiosamente ad accavallarsi una sull’altra. Il rev. Don Gaetano Scorza, Preposito della chiesa di S. Maria Maddalena, nelle sue “Memorie storiche sulla città di Morano, in Calabria Citra” afferma che il pittoresco centro del Pollino ebbe il suo nome – con piccolo mutamento di lettere – dal vocabolo greco “μέcos” (mèros) cioè frazione, raggruppamento, per il fatto che le case si presentavano distribuite a gruppi, a cumuli. Anche questa tesi appare, però, discutibile in quanto l’aggruppamento delle abitazioni è successivo alla fondazione di un paese e, quindi, alla sua denominazione; e perché essendo molti gli abitati edificati a piramide, di paesi con il nome Morano ce ne dovrebbero essere moltissimi.

Altra questione aperta è la data di fondazione del paese (distrutto e riedificato ai tempi del paganesimo) attribuita ai primi Gentili. C’è chi sostiene invece che l’edificazione è opera dei reduci della guerra di Troia e che la sua fondazione risalirebbe all’XI sec a.C. Vero è comunque che i toponimi Muranum e Summuranum, da cui certamente deriva l’attuale denominazione, risalgono ad epoca romana. Il grazioso e turistico borgo del Parco nazionale del Pollino, è infatti ricordato per la prima volta col nome di “Muranum” in un’antica pietra miliare del II secolo a.C. (132 a.C.) rinvenuta a Polla, nel Vallo di Diano. Nel lapis Pollae, Muranum risulta stazione della Regio-Capuam, antica via consolare romana, comunemente conosciuta come Popilia-Annia. Successivamente, nel cosiddetto Itinerario di Antonino (II sec. D. C.) e nella Tabula Peutingeriana (III sec. d. C.) appare con il nome di Summuranum.

Ad epoca Romana risalgono anche i resti di un antico fortilizio su cui, probabilmente il normanno Roberto il Guiscardo (1064), eresse il primo nucleo del castello, ampliato nel 1191 da Enrico Halà, generalissimo dell’imperatore Enrico VI di Svevia, che vi insediò un presidio contro i Normanni.

In età medievale il paese fu feudo di Apollonio Morano, dei Fasanella ed Antonello Fuscaldo. Il Castello ove dimoravano i signorotti del luogo, appartenne nel XIV sec ai Sanseverino di Bisignano feudatari di questa terra i quali lo ampliarono tra il 1515 e il 1545; nel 1614 fu venduto Spinelli principi di Scalea, proprietari fino al 1806. Da un inventario del Regio Commissario La Valle del 1546, risulta che il maniero era cinto da tre ordini di fortissime mura, fornito di robusti baluardi, trincee, fossati, ponti levatoi. Era articolato in numerosi appartamenti, situati in piani diversi e poteva contenere mille soldati.

L’appellativo di Calabro fu aggiunto nel giugno 1863, con decreto di Vittorio Emanuele II, per distinguerlo dall’omonimo Morano sul Po.

Lo stemma della città è costituito da una testa di Moro circondata dall’epigrafe “Vivat Sub Umbra”. L’emblema ricorderebbe la vittoria dei locali sui saraceni invasori. L’avvertimento è ben chiaro: “Il moro stia sempre sull’ombra, non rialzi più il capo”. L’evento a cui il monito si riferisce è collocato da alcuni storici nel 1077, da altri nel 903 e da altri ancora nell‘827.  Nel 1561, sotto il sindaco Decio Feulo, il blasone è scolpito sulla fontana di piazzetta San Nicola.

 

RISORSE NATURALI E CULTURALI

 PANORAMICA CASTELLO 2Il centro storico – di per se un potente attrattore grazie alla sua vetustà e ad una esclusiva conformazione morfologica il cui impatto visivo da secoli incanta i visitatori – ricade nell’area del Parco nazionale del Pollino, il più grande polmone verde d’Italia. Nella zona rurale, dove domina la macchia mediterranea e le coltivazioni arboree più varie, è possibile ammirare esemplari di Pino loricato (Pinus leucodermis) ed una natura incontaminata e rigogliosa, che conserva ancora i tratti selvaggi del passato. Tra le bellezze naturalistiche assume grande rilevanza il complesso speleologico denominato delle grotte di San Paolo, ubicate nella contrada omonima. A pochi chilometri dall’abitato si trova il sito archeologico di Sassone le cui origini risalgono al basso medioevo. Si tratta forse dell’antica Xiphea citata da Tito Livio o più semplicemente di un’area di ricovero per viandanti diretti in terra santa.

La cultura di Morano gravita da sempre intorno alle rinomate chiese parrocchiali. Ve ne sono tre, sotto la cui giurisdizione ricadevano sino a qualche secolo fa un centinaio di cappelle intra ed extra moenia oggi per lo più inutilizzate ma in buono stato di conservazione.

Nella madrice ed arcipretale chiesa collegiata dei Santi apostoli, Pietro e Paolo, fanno bella mostra di sé una preziosa Croce di Antonello di Sassone, sbalzata in lamina di puro argento, del secolo XV; quattro statue in marmo di Pietro Bernini, padre del celebre Gianlorenzo; tre tele del Pomarancio ed alcune dei secentisti Colimodio, Lopez e Torres,  ed un pregiato coro ligneo firmato Agostino e Mario Fusco.
La Chiesa è posta nella parte alta del paese e risale al 1007. L’interno è a pianta basilicale a croce latina. Il campanile invece è di stile romanico a pianta quadrangolare. Notevole l’impatto visivo per chi percorre in direzione sud-nord la ex SS 19 delle Calabrie, ora SP 241. Specie nel periodo invernale e nelle ore notturne il monumento sapientemente illuminato offre un gioco di luci di rara venustà.

Nella Chiesa dedicata a San Nicola a base rettangolare, a due piani, si trova un portale di stile gotico; una fonte battesimale in legno del XVIII sec; una statua lignea del XVII sec; un Cristo scolpito a tutto tondo su legno ed una Madonna ad olio del XVI sec. Nella cripta si conserva un fine altare in legno, riccamente intagliato, risalente al XVII sec. In una nicchia dell’abside, è collocata una statua lignea di San Nicola di Bari, fine XVII sec.

Nella chiesa di santa Maria Maddalena, tra le più belle e grandi chiese barocche di Calabria, si possono ammirare una statua marmorea della Madonna col Bambino, di Antonello Gagini datata 1505; diverse tele firmate Francesco Lopez, alcuni angeli adoratori, della scuola Bernini, un coro ligneo finemente lavorato, firmato Fusco.
Nella stessa Chiesa si conserva l’impronta di san Francesco di Paola il quale,  passando da Morano, benedisse la Calabria da una altura circostante, ed un grande polittico (originariamente allocato nella chiesa di san Bernardino da Siena, poi spostato per motivi di sicurezza) decorato con finissimi intagli gotico/veneziani firmato dal veneziano Bartolomeo Vivarini.
Prospiciente la curatissima villa comunale v’è l’antico monastero di San Bernardino, fatto costruire nel XV sec da don Pietro Polittico Bartolomeo Vivarini 1477Antonio Sanseverino, principe di Bisignano e signorotto di Morano. Il 2 e 3 ottobre 1852 vi alloggiò Ferdinando II nei due giorni che stette a Morano perché in visita in Calabria e Sicilia. Nel 1860 l’edificio fu rivendicato dal Municipio che dieci anni dopo vi insediò le scuole elementari. Il chiostro ebbe notevole importanza nella storia di questa terra e sul suo spiazzale, il 20 maggio, mentre si teneva la fiera di san Bernardino, il Mastro Giurato della città, all’ombra della bandiera, che portava le armi del Re e quelle di Morano e che sventolava alta sulla “Casa dello forno” rendeva giustizia.
La chiesa annessa al cenobio è di stile ogivale, con la volta in legno a mosaico egregiamente lavorato.  Nel 1496 il gran capitano Consalvo fece per le Calabrie una corsa trionfale. Approdando a Morano incontrò un Frate che caldamente gli raccomandò la città. Entrato Consalvo nella chiesa di san Bernardino riconobbe nella statua di legno il santo Monaco che gli era apparso per la strada. Commosso, depose la spada ai piedi della scultura risparmiando al popolo sofferenze e tribolazioni. Da allora la città nominò san Bernardino secondo Patrono, mentre prima protettrice già vi era e rimane la Madonna delle Grazie.

Nel convento dei Cappuccini e nell’attigua chiesa, risalenti al 1606, si possono ammirare un arioso chiostro, alcuni altari torniti del XVIII sec, pregevoli statue ed una ricca biblioteca.
L’interno del sacro luogo, che rispecchia il carattere umile e sobrio dell’Ordine Francescano, si presenta a due navate. Notevole l’altare maggiore, a cinque piani, tutti in legno e con un bellissimo ciborio abbellito con intagli e tarsie miste, incastonato nella parte centrale del manufatto realizzato da fra Giovanni da Belvedere. Molto espressivo un imponente crocifisso lavorato a tutto tondo ed esposto nella navata laterale.

A poca distanza da Morano, a cavallo della autostrada SA-RC ed ai piedi della catena del Pollino, spiccano, tra il verde, i ruderi del grande convento di Colloreto fondato nel 1530 da fra Bernardo Milizia da Rogliano il quale, nel 1546, diede vita

alla Congregazione degli Eremiti di Sant’Agostino.
Il Cenobio divenne in pochi anni “sontuoso, nobile e ricchissimo per largizioni dei gentiluomini di Morano, fra i quali parecchi presero l’abito di quella religione e si distinsero per pietà e dottrina”.
Chiuso da Carlo III di Borbone, riacquistato per 6000 scudi, fu definitivamente soppresso nel 1809.
Molte importanti opere d’arte tra cui alcune statue di Pietro Bernini furono trasferite nelle chiese di Morano ove ancora oggi si custodiscono gelosamente.

 

ARTIGIANATO E PRODOTTI TIPICI

Morano notturna particolare L’artigianato è sempre stato in questo lembo di terra meridionale una risorsa primaria. E benché negli ultimi cinquant’anni congiunture socio-economiche sfavorevoli abbiano determinato una sostanziale flessione della manodopera nei settori storicamente rilevanti per l’economia locale, si registra negli ultimi anni un rifiorire di attività legate in qualche maniera alle arti ed alle professioni  di una volta. Aggiornate e rivedute alla luce del galoppante progresso tecnologico, diverse iniziative nel campo della lavorazione del legno, del ferro, dell’alluminio, di oggetti d’arte minuta, della trasformazione dei prodotti caseari, lasciano ben sperare per il futuro. Inoltre, quantunque destinata a consumi prettamente familiari, resiste alle lusinghe dell’industria alimentare una consolidata tradizione nella produzione del salame per il quale non mancano le occasioni per centellinarne nei diversi e apprezzati ristoranti del posto il gusto intenso e saporito.

Ben organizzata la filiera della lavorazione del latte, che annovera tra i prodotti più genuini e ricercati il “pecorino di Morano”, una leccornia per intenditori, ottenuto con metodi di trasformazione primordiali.

 

EVENTI

Molte e distribuite nell’arco dell’intero anno le occasioni di divertimento e gli appuntamenti culturali. Nel periodo estivo,  ad un calendario che offre a residenti e visitatori la possibilità di ritemprare il corpo e lo spirito all’ombra dei secolari olmi presenti in paese, si accosta un valido carnet di salotti culturali di prim’ordine, a tematica varia: poesia dialettale e nazionale, letteratura, musica da camera, ecc.

Da segnalare tra gli intrattenimenti, la consueta “Cronoscalata del Pollino”, gara automobilistica in salita, che raccoglie i migliori piloti della categoria provenienti da tutta l’Italia; la “Festa della bandiera”, rievocazione storica che ricorda la vittoria dei moranesi sui Saraceni, avvenuta intorno al X – XI secolo. Si narra che la cittadina, sottoposta alla dominazione dei Mori non riuscisse più a soddisfare le pressanti richieste di pedaggi. Così insorse, uccidendo in battaglia il comandante nemico, portandone in trionfo per le vie dell’abitato la testa mozzata. Una serie di iniziative tese a valorizzare le attività artigianali del territorio nonché gli angoli più suggestivi del centro storico, fanno da corona alla bellissima rappresentazione in costume morano notturan leonardo di lucad’epoca.

Davvero numerose le feste religiose. La più importante, in onore della Madonna del Carmine, si tiene il 15 e 16 luglio. Molto sentite dalla popolazione anche le ricorrenze che omaggiano la Madonna dell’Annunziata (maggio), l’Assunta e san Rocco (il 14 ed 16 agosto), la Madonna delle Grazie e dell’Addolorata (a settembre), san Bernardino (il 20 maggio), san Francesco (il 4 ottobre).

 

 

INFRASTRUTTURE TURISTICHE
Nel 2003 Morano ha ricevuto la “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano e nello stesso anno è stato annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”. Ha collezionato attestati e riconoscimenti nel settore turistico, tra i quali spicca la nomina a “Città d’arte” da parte della Regione Calabria, l’inserimento tra le 40 località emergenti nell’ambito del progetto Eden 2007 e 2008, numerose menzioni in prestigiose pubblicazioni a diffusione nazionale ed internazionale. Più volte i media hanno acceso i riflettori su questo borgo lodandone la dinamicità.

Recentemente è stata riconosciuta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri tra le quaranta “destinazioni rurali emergenti” selezionate nell’ambito del progetto Eden.

Un impulso allo sviluppo arriva nondimeno dalle strutture presenti in loco.  

Tra quelle pubbliche si evidenzia per qualità e quantità di reperti catalogati, il Museo di storia dell’agricoltura e della pastorizia, nato tra il 1984 e il 1985 dall’ampliamento della mostra “Contadini e pastori a Morano Calabro tra passato e presente”. Si articola in nove sezioni ed espone vecchi attrezzi di lavoro, oggetti di uso domestico, documenti e fotografie d’epoca.

Anche il centro storico, benché non assimilabile ad un concetto restrittivo di infra/struttura, a ragione, può definirsi grazie alle sue peculiarità artistiche, architettoniche e paesaggistiche, un potente catalizzatore capace di affascinare quanti ne percorrono l’esclusivo dedalo di viuzze che lo attraversa da cima a valle.

Tra le iniziative private di maggior pregio si distingue il Museo naturalistico “Il Nibbio”. Una moderna concezione dell’accoglienza integrale, con visite dislocate in contenitori didattici allestiti in abitazioni dell’abitato antico, a ridosso del castello normanno-svevo, diligentemente restaurate senza alterarne i primitivi elementi strutturali. Tutte le sezioni sono curate per rappresentare vari ecosistemi, locali e mondiali in tutta la loro complessità e in dimensioni reali.

Nel distretto ricettivo insistono strutture alberghiere di elevata qualità, bad and breakfast e diverse aziende agrituristiche dotate di tutti i confort ed in grado di coniugare con successo il binomio qualità-prezzo con la domanda di svago che spesso proviene dagli ospiti. Si organizzano, oltre ad escursioni a cavallo e visite guidate in area Parco (zona a massima protezione) e nei centri storici viciniori, specie in quelli di etnia arbereshe, frequenti percorsi d’apprendimento di tecniche di coltivazione e trasformazione di prodotti autoctoni.

 

COME RAGGIUNGERE LA LOCALITA’

 Morano Calabro è raggiungibile:

  • a) In aereo. Aeroporto di Lamezia Terme, quindi autostrada Sa – Rc direzione nord, uscita Morano Calabro.
  • b) In auto: Da nord, autostrada Sa – Rc, uscita Campotenese, quindi Sp 241 (ex SS 19) direzione Morano; da sud, autostrada Sa – Rc, uscita Morano.
  • c) In treno: stazione ferroviaria di Sibari, Sapri, Paola;

 

 

NUMERI TELEFONICI UTILI

 

MUNICIPIO                                                                                                                                      0981 – 31021  FAX 0981 – 31036

VIGILI URBANI                                                                                                                             0981 – 31285

CARABINIERI                                                                                                                                 0981 – 399870

CORPO FORESTALE DELLO STATO                                                                                        0981 – 30148

INFOPOINT – MUSEO STORIA DELL’AGRICOLTURA E DELLA PASTORIZIA          0981 – 30604

INFOPOINT – MUSEO “IL NIBBIO”                                                                                          0981 – 30745

GUARDIA MEDICA                                                                                                                       0981 – 31275

CONVENTO FRATI CAPPUCCINI                                                                                             0981 – 31108

PRO LOCO                                                                                                                                        377-1335918

L’OASI DEL VILLAGGIO  (SERZIZI TURISTICI)                                                                 0981 – 31303

LA PERLA DEL POLLINO (SERVIZI TURISTICI)                                                 0981 – 30372

 

 

ALCUNE STRUTTURE RICETTIVE

 

AGRITURISMO “COLLORETO”, CELL. 3476154773

AGRITURISMO “LA LOCANDA DEL PARCO”, TEL 0981-31304

AGRITURISMO “LE FONTANELLE”, TEL 0981-31656

ALBERGO RISTORANTE “VILLA SAN DOMENICO”, TEL 0981-399881

RISTORANTE TIPICO “LA CANTINA”, TEL 0981-31034

TRATTORIA PIZZERIA “LA CASARECCIA”, TEL 0981-0981-31597

HOTEL RISTORANTE “HOTEL REGINA”, TEL 0981-33768

RISTORANTE “L’ANTICO BORGO”, TEL 0981-30002

RISTORANTE PIZZERIA “LA FATTORIA”, TEL 0981-33950

RISOTRANTE PIZZERIA “SAN ROCCO”, TEL 0981-399889

(G.T)

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