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Asia, Bhutan: vaccinata il 90 per cento della popolazione

Foto: UNICEF Bhutan/2021/DWangchuk

Bhutan, il paese del drago tonante, ce l’ha fatta. In pochissimo tempo ha raggiunto una copertura vaccinale del 90 per cento, assicurando la sua popolazione dai rischi legati alla temutissima variante delta.

“Un totale di 4.868 operatori sanitari ha contribuito a vaccinare la popolazione ammissibile con la seconda dose dal 20 al 26 luglio in tutto il paese – hanno dichiarato dall’Unicef – probabilmente la campagna di vaccinazione più veloce da eseguire durante una pandemia. La precisione con cui il Bhutan ha condotto campagne di vaccinazione di massa in una settimana è un risultato straordinario”.

“In particolare – continuano dall’Unicef – il governo reale del Bhutan ha compiuto enormi sforzi per raggiungere tutti i gruppi target. Gli operatori sanitari hanno organizzato le vaccinazioni nei centri comunitari, ma hanno anche condotto visite domiciliari per vaccinare gli anziani e le persone con disabilità e sono saliti ad altitudini più elevate per raggiungere i pastori nomadi”.  E proprio con la vaccinazione domiciliare che continuerà fino al 31 luglio si spera che la copertura aumenti nelle prossime settimane.

Il successo della campagna vaccinale è il risultato degli sforzi congiunti dell’Unicef, che ha garantito e installato otto refrigeratori walk-in e due frigoriferi a catena ultra fredda in tutto il paese, e dei paesi donatori di vaccini.

“Due settimane fa – rende noto l’Unicef – il Bhutan ha ricevuto 500.000 dosi di vaccini COVID-19 tramite COVAX (il programma internazionale che ha come obiettivo l’accesso equo ai vaccini anti COVID-19, n.d.r.) , grazie alle donazioni del governo degli Stati Uniti. All’inizio di quest’anno, il Bhutan, sempre tramite COVAX ha avuto accesso a 5.850 dosi di Pfizer”.

Anche la CNN parla dell’impresa compiuta dal piccolo stato “Durante la prima vaccinale a marzo e aprile, il Bhutan ha somministrato circa 500.000 vaccini Astrazeneca, donati dall’India. Ma quando l’India ha interrotto le esportazioni di vaccini a causa di una devastante ondata di Covid stimolata dalla variante Delta, il Bhutan ha iniziato a cercare donazioni altrove.

Diversi governi hanno risposto all’appello. Il Bhutan si è assicurato 500.000 vaccini Moderna dagli Stati Uniti attraverso il programma globale di condivisione del vaccino COVAX. La Danimarca ha donato 250.000 dosi di Astrazeneca e già la Cina aveva precedentemente donato 50.000 dosi di Sinopharm. Il 27 luglio sono arrivate più di 100.000 dosi di Astrazeneca dalla Croazia, dalla Bulgaria e da molti altri paesi”.

Ma il Bhutan, territorio dell’Asia centro-meridionale situato al centro dell’imponente catena montuosa dell’Himalaya, oltre che essere diventato un faro di speranza nella lotta alla pandemia, è noto ai più per l’adozione di un indice sui generis, il “Fil”, ovvero la Felicità interna lorda.

Il Bhutan, dagli incredibili paesaggi, caratterizzati da monasteri e “dzong” che incarnano la cultura tradizionale buddhista, nonostante sia uno degli stati asiatici più poveri, è conosciuto in tutto il mondo come “il Paese più felice del mondo”, da quando, nel 1972, l’allora re Jigme Singye Wangchuck, in un’intervista al Financial Times dichiarò che “la felicità è più importante del Pil”. Questa filosofia è stata anche accolta dall’ONU, riconoscendo che il prodotto interno lordo non riflette adeguatamente la felicità e il benessere delle persone e che “la ricerca della felicità è un obiettivo umano fondamentale”.

Probabilmente, solo in un paese così, poteva compiersi un’impresa tanto esemplare.

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