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Bilancio positivo per i conti dell’Inps: +12 mln per il 2023

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Si chiude con un avanzo finanziario pari a 12.188 milioni di euro l’esercizio finanziario 2023 dell’Inps, deliberato dal Consiglio di amministrazione dell’Istituto con seduta straordinaria. Il progetto di Rendiconto generale dell’anno 2023, presenta risultati finanziari e di gestione positivi per le principali voci.

Le entrate contributive accertate sono pari a 269.152 milioni, con un aumento di 13.014 milioni (+5,1%) rispetto al dato del consuntivo precedente (256.138 milioni). Il maggior incremento in valore assoluto riguarda le contribuzioni dei lavoratori dipendenti del settore privato (+5,7%), ed è pari a 9.348 milioni, per un totale di 173.006 milioni (anno precedente: 163.657 milioni). I contributi dei lavoratori autonomi aumentano del 5,8% (+ 1.270 milioni, per un totale di 23.218 milioni; anno precedente: 21.948 milioni). I contributi dei dipendenti del settore pubblico raggiungono i 62.324 milioni (+ 1.739 milioni, pari ad un incremento del 2,9%); riportano la crescita più consistente, in termini percentuali, i contributi dei lavoratori parasubordinati e liberi professionisti che totalizzano 10.604 milioni (+6,6%). Gli accertamenti derivanti dalle attività di vigilanza ispettiva dell’Istituto sono ricompresi nelle entrate contributive e, al netto delle minori prestazioni erogate, ammontano a 821 milioni (+14,19% rispetto al 2022).

Nel 2023 l’Inps ha erogato prestazioni istituzionali per 398.063 milioni, con un aumento di 17.345 milioni (+4,6%) rispetto al 2022 (380.718 milioni).

In quest’ambito, le pensioni ammontano a 304.145 milioni, con un incremento di 20.890 milioni (+7,4%) rispetto ai precedenti 283.254 milioni; in particolare, le pensioni private sono pari a 215.608 milioni con un aumento di 14.843 milioni (+7,4%), e le pensioni pubbliche sono pari a 88.536 milioni, con un incremento di 6.047 milioni (+7,3%).

Le spese per il sostegno del reddito (trattamenti di disoccupazione, integrazioni salariali bonus, trattamenti di malattia ecc.), che nel 2022 erano pari a 26.033 milioni, presentano una flessione del 29,3% e totalizzano 18.408 milioni (-7.625 milioni). La flessione è principalmente attribuibile alla minore spesa per il bonus 200 euro (art 32 dl 50/2022) e il bonus 150 euro (dl 144/2022) che, complessivamente, nel 2022 ammontavano a 8.391 milioni (554 milioni, nel 2023). In evidente calo anche le integrazioni salariali (a carico Stato -361 milioni; a carico Inps -208 milioni) e i trattamenti di malattia, pari a 2.713 milioni, con una diminuzione del 24,7% (-888 milioni). La voce più consistente è rappresentata dai trattamenti di disoccupazione, pari a 13.099 milioni, con aumento del 13,5% (+1.563 milioni) sul 2022. Gli assegni straordinari dei fondi di solidarietà raggiungono 1.042 milioni (+106 milioni; +11,4%).

L’inclusione sociale (assegni e pensioni sociali, prestazioni di invalidità civile, reddito e pensione di cittadinanza e, da settembre, il supporto per la formazione previsto dal dl n. 48/2023) determina una spesa di 34.104 milioni (+0,9% rispetto al 2022), in cui sono in evidenza le prestazioni per l’invalidità civile, pari a 21.619 milioni, (+5,3% rispetto allo scorso esercizio) e il reddito e pensione di cittadinanza, pari a 6.688 milioni, con una minore spesa del 16,8% (-1.350 milioni; nel 2023 la prestazione è stata riconosciuta ai beneficiari nel limite massimo di sette mensilità). La spesa per il supporto per la formazione è pari a 16 milioni; quella per gli assegni e pensioni sociali si è attestata a 5.781 milioni (+10,7%).

Le spese per la famiglia (assegni al nucleo familiare, assegno unico e universale, trattamenti di maternità, assegni di natalità, rette di asili nido e congedi parentali), con 23.847 milioni, registrano una crescita del 12,3% (+2.606 milioni) sul dato 2022; l’andamento è motivato dalla erogazione per l’intero anno dell’assegno unico e universale, che aveva debuttato nel marzo 2022, e dalla rivalutazione degli importi; la spesa ha così raggiunto 18.246 milioni (+42%).

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