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PAC, tavolo di partenariato: il contributo dell’Unsic

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Snellire la burocrazia per la presentazione delle domande di aiuto, estendere i requisiti per accedere alle misure di sostegno rivolte ai giovani agricoltori, maggiori premialità per beneficiare dell’uso di energie rinnovabili e soprattutto prorogare di un anno l’entrata in vigore della nuova PAC. Sono solo alcune delle proposte presentate dall’Unsic al ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali a seguito della partecipazione del sindacato datoriale al tavolo di partenariato nazionale sull’attuazione della PAC (Politica agricola comune) per periodo 2023-2027 tenutosi il 19 aprile scorso.

Di seguito pubblichiamo nel dettaglio il testo integrale del contributo della presidenza Unsic alle osservazioni della Commissione UE sulla PAC 2023/2027.

“Con soddisfazione UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori registra l’invito e la presenza al tavolo di partenariato nazionale sulla PAC, che discute il Piano Strategico Nazionale. Confermiamo la nostra presenza e cercheremo di dare il maggiore apporto e contributo. Certo è che l’impalcatura e le strategie del Piano Strategico Nazionale, che regola la PAC per gli anni dal 2023 al 2027, inviato alla UE il 31 dicembre 2021, dall’Italia, a nostro avviso, oggi sono da rivedere e rimodulare, preso atto che il conflitto in Ucraina ha modificato completamente, strategie e obiettivi della PAC europea. Per questo motivo, riteniamo che la nuova PAC debba entrare in vigore dal 1° gennaio 2024 anziché dal 1° gennaio 2023. Chiediamo un anno di proroga della precedente PAC, per avere il tempo necessario a rimodulare alcune metodologie, oggi ritenute non più attuali.

Entrando nel merito delle osservazioni, notificate dalla UE in data 25 marzo 2022, portiamo all’attenzione del Ministro e dei componenti il tavolo di partenariato, le seguenti proposte:

  • inserimento dell’allevamento ovi-caprino nell’eco schema 1 livello 2

La Sardegna, come le regioni Sicilia, Lazio e Toscana, presenta un sistema produttivo agro-pastorale che rispecchia pienamente gli indirizzi fissati a livello Europeo sia in riferimento ai prodotti che rispetto all’ambiente. I pascoli presenti nei territori sia della Sardegna che delle altre regioni, quali Sicilia, Toscana, Lazio e altre, sono caratterizzati da un sistema di pascolamento brado e semi brado che permettono di svolgere l’attività in modo estensivo, quindi rispettoso dell’ambiente circostante.  L’attività agro pastorale ha rappresentato, da sempre, l’identità e la cultura delle popolazioni in particolare di quella Sarda e Siciliana, che deve essere conservata e tutelata, anche al fine di mantenere e favorire l’insediamento nei piccoli comuni, costituendo una risorsa contro lo spopolamento delle zone interne e di presidio e contrasto del dissesto idrogeologico.  Preso atto delle osservazioni da parte della UE al Piano Strategico Nazionale, che tengono conto della diversità dell’agricoltura nelle zone rurali in Italia, delle limitate risorse disponibili e del numero dei potenziali beneficiari, invita l’Italia a migliorare la strategia proposta e la descrizione degli interventi, garantendo la concentrazione del sostegno verso i territori i beneficiari e i settori più bisognosi sulla base di analisi SWOT e delle specifiche esigenze territoriali. Riteniamo, pertanto, che il comparto dell’allevamento ovi caprino debba essere inserito all’interno del livello 2 dell’eco schema 1. La sua esclusione viene vista sino ad oggi, da questa organizzazione, una grande discriminazione, penalizzazione e ingiustizia. Si tenga presente che la Sardegna detiene il 50% del patrimonio Ovino Nazionale e lo stesso comparto detiene la 3^ più importante DOP (Pecorino Romano DOP) dopo quella del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano.

  • valore dei titoli pagamento base maggiore convergenza interna

Evidenziamo l’aspetto critico della riduzione dei titoli con valore inferiore alla media nazionale che verranno decurtati nella stessa misura di quelli con valore superiore alla media nazionale. Precisiamo che nella proposta del Piano Strategico Nazionale sono ancora presenti titoli con valore di 2.000 euro ciascuno, che risultano anche 20 volte superiori a quelli della media di numerose regioni, come ad esempio la Sardegna. Tali titoli nella durata della Nuova PAC non potranno essere ridotti più del 30% mantenendo sempre un valore (al termine della PAC 2023/2027) di circa euro 1.400, mentre i titoli bassi di numerose regioni, come ad esempio la Sardegna, arriveranno a raggiungere un valore di circa 132 euro (non raggiungendo nemmeno il valore della media nazionale). Chiediamo, pertanto, di rivedere il calcolo della convergenza interna di riallineamento, che tenga conto delle attuali differenze, affinché tutti i titoli possano avere un valore equo e omogeneo all’interno della stessa Nazionale. Riteniamo una discriminazione la riduzione del 52% del valore dei titoli che risultano già di gran lunga inferiori alla media nazionale e riteniamo non possa essere ritenuta valida una convergenza per i titoli più bassi, che prevedono aumenti del 5,6,7 e 8% per le annualità che vanno dal 2023 al 2027, per il motivo che così si continua ad alimentare il grosso divario tra le regioni. Queste regioni passerebbero dagli attuali 195 euro (Titolo base + Greening) nel 2022 ai 132,54 euro nel 2027. Tale divario comporterà disparità e grosse perdite a svantaggio sempre delle stesse regioni, come la Sardegna. Questo divario non si è voluto colmare nemmeno nelle annualità 2021 e 2022 ( PAC ponte) dove la Comunità Europea ha dato spazio ai propri Stati membri per continuare la convergenza interna che negli anni precedenti aveva portato ad un graduale aumento del valore dei titoli.

  • sostegno ai giovani agricoltori

Il sostegno ai giovani agricoltori, ovvero coloro con età pari o inferiore ai 40 anni, che non abbiano maturato un’esperienza/titolari aziendali per la durata di più 5 anni, andrebbe esteso anche a coloro che abbiano superato tali requisiti qualora decidessero di assumere nelle proprie aziende un giovane in possesso dei requisiti sopra descritti, al fine di poter migliorare le aziende agricole e zootecniche, che nella maggior parte dei casi si trovano ad affrontare la realtà nelle campagne in maniera solitaria, promuovendo così, l’occupazione e consentendo a tali soggetti di supportare i titolari in situazioni estreme come malattie/infortuni e favorendo l’assunzione di manodopera giovanile, preso atto che in moltissime realtà del meridione e della Sardegna, la disoccupazione giovanile ha provocato lo spopolamento delle zone interne.  Si chiede, pertanto, di riconoscere agevolazioni e incentivare l’occupazione giovanile nelle imprese che decidono di assumere alle proprie dipendenze giovani lavoratori.

  • maggiore dotazione finanziaria regioni in obiettivo 1

Alcune regioni persistono nell’obiettivo 1, tra cui la Sardegna, cioè regioni con profondi divari di sottosviluppo infrastrutturale, disoccupazione, spopolamento, povertà, inclusione sociale, parità di genere e gruppi vulnerabili. Chiediamo, pertanto, una maggiora dotazione finanziaria nelle misure incentivanti e premianti per questa tipologia di regioni.

  • maggiori premialità a beneficio di misure per energie rinnovabili

Occorrono, all’interno di misure incentivanti, premialità maggiori per beneficiare l’uso di energie rinnovabili, oltre a quelle messe in campo dal PNRR (parchi agri-solari).

  • meno burocrazia e più semplificazione

Uno delle maggiori problematiche all’interno della PAC è dovuta alla sempre maggiore burocrazia nel presentare le domande di aiuto, oggi gestite in Italia dai CAA. L’UE ci chiede di ridurre gli oneri amministrativi e ridurre le norme. Oggi in Italia abbiamo un Organismo pagatore nazionale (AGEA) e alcuni organismi pagatori regionali (OPR). Stabiliamo che ciascun OPR è autonomo nel dettare le proprie regole, attraverso un proprio manuale di applicazione, generando il più delle volte diverse interpretazioni nella gestione della domanda del premio unico PAC. Proponiamo, pertanto, di armonizzare i manuali di applicazione dei singoli OPR con quello di AGEA, semplificando diverse norme e applicando una unica direttiva per tutti gli OPR.

  • ripartizione fondi secondo pilastro PSR

L’UE ci chiede di indicare adeguatamente gli obiettivi della PAC sul secondo pilastro, cioè quelli gestiti dai PSR. La situazione oggi appare complicata, perché a quanto si apprende in sede di conferenza stato-regioni, la ripartizione di questi fondi non è stata ancora decisa. Le regioni non hanno trovato l’accordo sui criteri di divisione. Proponiamo, pertanto che il Ministero ed il Ministro, chiedano con decisione che le Regioni trovino l’accordo in Conferenza Stato Regioni, evitando che lo stesso Ministro applichi i poteri sostitutivi per tale decisione. Per la Sardegna, in particolare, si richiedono, nel secondo pilastro, maggiori fondi, per il fatto che la regione da quest’anno è ascritta all’obiettivo 1 e per l’insularità che penalizza notevolmente la regione rispetto ad altre regioni Italiane.

  • maggiore premialità per eco schemi 1-3-5 e inserimento eco schema 4 fra le premialità per terreni ricadenti in aree natura 2.000

Gli eco schemi 1-3-5 ad esclusione dell’eco Schema 4, presentano premialità per gli agricoltori le cui aziende ricadono nelle zone vulnerabili ai nitrati e le zone Natura 2000. Essendo molte regioni del Sud, quali anche la Sardegna, interessate a migliaia di Ettari di superficie agricola ricadenti in zone Natura 2000. CHIEDIAMO di inserire l’Eco Schema 4, al pari degli Eco schemi 1-3 e 5 una premialità per tutte le aziende agricole che ricadano in zona Natura 2000, e che le maggiorazioni per tutti gli Eco Schemi siano maggiorate in percentuale di premialità.

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