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Sinistre tragedie (più e meno importanti)

Domenico MamoneGli ultimi giorni ci hanno consegnato diversi accadimenti collegati alla “galassia della sinistra”. Tra i tanti, riteniamo utile soffermarci in particolare su tre avvenimenti, valutandoli degni di alcune considerazioni.

Il primo riguarda la morte in battaglia del fiorentino Lorenzo Orsetti, che combatteva in Siria a fianco dei curdi, contro l’Isis. Da diversi anni il fiero popolo curdo guerreggia contro lo Stato islamico: in una prima fase difensiva, circa quattro anni fa, per limitarne l’espansione, evitando in particolare la penetrazione nel Rojava, cioè nel Kurdistan occidentale; in una seconda fase, offensiva, nelle stagioni più recenti, per ridurne l’occupazione, fino all’annientamento dei giorni scorsi.

Il consapevole martirio del giovane Orsetti ha acceso l’attenzione mediatica sul fenomeno dei volontari stranieri uniti alle milizie curde in Siria per combattere contro lo Stato islamico. Storie finite spesso in secondo piano rispetto a quelle dei cosiddetti “foreign fighters”, cioè gli stranieri arruolatisi nell’Isis, numericamente superiori.

Eppure il fenomeno dei giovani italiani armati in Siria a sostegno del popolo curdo, visto come portatore di “un mondo migliore” e con un progetto politico e ideologico ben preciso, spinge a qualche considerazione.

Ci si chiede, ad esempio, come mai i nostri ragazzi provengano per lo più dalla sinistra antagonista e vivano questa lotta (fisica) con grande idealismo. La risposta la si può forse individuare in quei volontari che negli anni Trenta raggiunsero la Spagna da tutto il mondo per combattere contro il generale Francisco Franco. Insomma, una tangibilità e una saldezza che spiazzano tanti intellettuali abili nei vocaboli, meno nella coerenza. Più difficile è trovare una spiegazione nella loro capacità di conciliare ideali propri della sinistra radicale e libertaria, come la disobbedienza civile, il pacifismo o la lotta alla società dei consumi, con la decisione di imbracciare armi, uccidere altri giovani e combattere a fianco degli Stati Uniti e dei Paesi occidentali, devoti principalmente alla fede capitalista. Ecco una delle tante antinomie che emergono a sinistra.

Se su questo importante e complesso tema registriamo, sempre a sinistra, tanti colpevoli silenzi, c’è più loquacità – ahinoi – nel dibattito post elezioni in Basilicata. La sconfitta del candidato Carlo Trerotola rappresenta l’ennesima occasione per uno scontro palese tra i supporters dell’attuale segreteria e i renziani: se i primi leggono nel voto l’investitura del centrosinistra come alternativa a Salvini, i secondi – ad esempio per bocca di Anna Ascani – ricordano che senza Renzi il Pd ha perso Friuli, Trento, Molise, Abruzzo, Sardegna e Basilicata. “Alla sesta volta credo che persino il grande Toto Cutugno abbia smesso di esultare per il secondo posto. Noi abbiamo intenzione di andare avanti parecchio? – ha scritto la Ascani in un post.

La terza notizia riguarda Cesare Battisti, l’ex terrorista che parlando con i magistrati ha ammesso di avere avuto un ruolo materiale o come mandante in quattro omicidi, in gambizzazioni, in rapine. Ha dichiarato di essere stato addirittura l’esecutore materiale di due delitti. E’ l’ennesima tegola su quei tanti pseudointellettuali che in questi lunghi anni in cui l’ex terrorista si è costruito all’estero l’immagine di martire lo hanno platealmente coperto e adulato. C’è da domandarsi, una volta per tutte, se questi facciano il bene o meno della sinistra.

(Domenico Mamone)

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