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Taccuino elettorale Lazio / Denis Francia (UDC)

Non ha nemmeno 34 anni ma di cose ne ha fatte Denis Francia, Sales Manager FMCG & PL Italia della Francia Latticini Spa. Attualmente svolge la sua attività nell’azienda di famiglia come responsabile di canale della GDO e del marchio privato e ha già alle spalle anni di lavoro nella multinazionale Coca Cola HBC. Un percorso formativo orientato all’imprenditoria, con il conseguimento della laurea triennale in Economia e Management, della specialistica in Economia aziendale-manageriale e diversi master all’attivo in Italia e all’estero.

Da sempre legato al territorio di Latina, che gli ha dato i natali e lo ha visto crescere, oggi il giovane imprenditore ritiene necessario impegnarsi concretamente per valorizzare e rilanciare la provincia pontina e sceglie di scendere in campo candidandosi alle prossime elezioni regionali con l’UDC per la coalizione di centrodestra.

Di seguito l’intervista telefonica che ci ha rilasciato.

Denis, Lei fa parte di una storica realtà imprenditoriale italiana e nonostante la giovane età, ricopre un ruolo importante all’interno dell’azienda.

“Sì, il Gruppo Francia presente nel settore latteo caseario dal 1935, anno in cui la mia famiglia si trasferì nell’Agro Pontino e acquistò la prima fattoria. Io rappresento la terza generazione e oggi come allora i valori che portiamo avanti sono gli stessi: gusto, qualità e territorio. Siamo presenti nella provincia pontina con due stabilimenti produttivi, uno a Sonnino e l’altro a Pontinia. Abbiamo un forte legame con il territorio che da sempre ci regala l’importante materia prima, il latte. Per questo poniamo grande attenzione all’ambiente e operiamo in un’ottica di economia circolare. Il 70 per cento del fabbisogno energetico dei nostri stabilimenti è autoprodotto da energia rinnovabile. Lo stabilimento di Sonnino è alimentato da un sistema fotovoltaico, mentre entrambi gli stabilimenti producono biogas che generano energia elettrica”.

Ponete molta attenzione alla qualità del latte che utilizzate per i vostri prodotti. Solo latte 100% italiano e fermenti lattici selezionati.

“Cerchiamo di usare in prevalenza latte proveniente dalle filiere locali e quando non è possibile, comunque dal territorio nazionale. Per i prodotti a base di latte di bufala, abbiamo anche un allevamento di proprietà, mentre per il latte vaccino ricorriamo a terzi. Proprio per salvaguardare la produzione locale, il suo valore sociale e ambientale, abbiamo fondato insieme a quattro allevatori dell’Agro Pontino due consorzi, uno è il Consorzio produttori di latte vaccino Lazio e uno è il Consorzio produttori latte di bufala dell’Agro Pontino. La costituzione in consorzi rappresenta un passo importante per i produttori di latte in quanto svolgono il ruolo di veicolo promotore dell’accordo di filiera compatibile con il dettato del bando di partecipazione al PSR”.

Nel 1994 il Gruppo Francia ha inaugurato uno stabilimento, tutt’ora produttivo, in Germania, a Berlino. Una presenza importante a sostegno dell’agroalimentare italiano e in risposta al fenomeno dell’italian sounding.

“I prodotti latteo caseari e la mozzarella prima fra tutti, sono i prodotti più imitati all’estero. La pratica dell’italian sounding penalizza fortemente l’economia italiana. Basti pensare che nel 2022 il valore dei falsi prodotti agroalimentari italiani è salito a 120 miliardi di euro, contro i 60 miliardi dell’export del cibo Made in Italy. Il problema maggiore lo riscontriamo sulla mozzarella di bufala, molto apprezzata all’estero. Non c’è una tutela legislativa del Made in Italy. Anche se c’è una sola fase produttiva (ad esempio il confezionamento) che avviene in Italia, questo permette di spacciare il prodotto come italiano. Purtroppo all’estero manca anche una cultura del prodotto che consenta di distinguere la vera mozzarella da qualsiasi altro formaggio a pasta filata. È necessario l’intervento governativo a sostegno delle imprese italiane”.

Alla passione per il suo lavoro ha affiancato la passione per la politica. Lei è il candidato UDC al Consiglio regionale del Lazio.

“Penso che l’esperienza manageriale maturata in questi anni di lavoro possa essere applicata in ambito politico e tornare utile. Appartengo un po’ alla scuola del fare e vorrei fare qualcosa di concreto per la mia regione e per l’Agro Pontino. Ogni giorno mi muovo sul territorio per motivi di lavoro e mi accorgo sempre di più che la mia azienda è ormai una delle poche in zona che opera a livello nazionale ed internazionale, nonostante la varietà e ricchezza di prodotti che la nostra area offre. Per questo sono certo che la sua valorizzazione dipenda in maniera diretta anche dalla creazione di distretti e fiere agroalimentari che esaltino le imprese locali, i loro prodotti e le unicità che caratterizzano la nostra provincia”.

Può illustrarci i punti principali del vostro programma elettorale? 

“Il nostro è un programma condiviso da tutta la coalizione di centrodestra e affronta quattro temi principali: infrastrutture, sanità, turismo, agricoltura. Il Lazio necessità di nuove strade, del rifacimento e ammodernamento di quelle già esistenti, di autostrade per velocizzare e migliorare il trasporto dei cittadini e delle merci. Bisogna anche pensare a un rinnovamento della sanità, con nuove assunzioni e più servizi territoriali, una realtà pubblica messa a dura prova dall’emergenza Covid 19. Un altro punto importante è il rilancio del turismo attraverso la valorizzazione di strutture già presenti sul territorio e prestando particolare attenzione al turismo rurale. Questo è un aspetto legato all’ultimo punto, l’agricoltura, molto importante per me e per la provincia di Latina, dove mi candido. L’agricoltura, insieme alla zootecnia, produce infatti il 70 per cento del PIL della provincia pontina. Il suo sviluppo e miglioramento della competitività, insieme a una gestione sostenibile delle risorse naturali, unito allo sviluppo territoriale delle zone rurali, così come stabilito dal nuovo PSR, risultano obiettivi fondamentali”.

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