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Ragusa, il Festival del barocco e neobarocco

Le “Santuzze” di Loredana Roccasalva

Al via la terza edizione del Festival del Barocco & Neobarocco di Ragusa in programma dal 21 al 24 settembre 2023 ideata dal designer e direttore artistico Roberto Semprini e da Cristina Morozzi in qualità di curatrice. Quattro giorni di mostre, incontri e installazioni in scena nei gioielli architettonici della città, tra chiese, palazzi e teatri patrimoni dell’Unesco.

Barocco & Neobarocco ha un obiettivo ambizioso: quello di porsi come osservatorio permanente, unico nel suo genere, sulle espressioni del “neobarocco” nell’arte e nell’estetica sociale. Il festival nasce a Ragusa che è al centro del territorio Ibleo, culla di quell’estetica barocca o meglio tardobarocca, che ha segnato la rinascita del territorio.

Su questo tema si confrontano da alcuni anni molteplici attori: gli studenti delle Accademie di Belle Arti e Università, artisti, stilisti, chef, musicisti, designer, con il prezioso contributo di aziende locali, nazionali e internazionali.

I più bei Palazzi Barocchi di Ragusa Ibla, già patrimonio UNESCO, ne saranno la degna cornice. Palazzo Cosentini, Il Teatro di Donnafugata, la ex Chiesa San Vincenzo Ferreri e il Museo della Cattedrale, saranno i contenitori di opere realizzate ad hoc sulla rilettura del Barocco nel mondo del design, della pittura, fotografia e moda.

Il piano terra di Palazzo Cosentini ospiterà i progetti degli studenti delle Accademie di Brera, Abadir di Catania e ISIA di Faenza. Al piano nobile, allestimenti di design progettati da designer e aziende come Migliorino e Pietracolata, che hanno nella ricerca e sperimentazione il suo dna. Opere di pittura degli autori Pulini e Blanco e fotografia di artisti come Villa e Bramante ne completeranno l’allestimento.

Nella splendida ex Chiesa San Vincenzo Ferreri, ci sarà un allestimento di grande effetto della stilista modicana Loredana Roccasalva.

Il festival oltre a mettere in scena installazioni, prevede un programma intenso e di altissimo livello di conferenze, a cura di personaggi noti nel campo della cultura, come Gilda Boiardi direttrice di Interni, Cristina Morozzi giornalista e critica di design, Davide Rampello regista televisivo e direttore artistico, Gianni Canova, rettore dello IULM di Milano, critico cinematografico, autore televisivo, direttore artistico e saggista, Francesca Fellini, nipote di Federico Fellini, Luigi Piccolo costumista dei film di Fellini, Pasolini e Zeffirelli.

Nel Museo della Cattedrale verrà presentata “Metafore”, un’importante mostra di fotografia del maestro Giuseppe Leone, con la partecipazione di Elisabetta Sgarbi.

Le fotografie d’autore del Maestro Giuseppe Leone, diventano il punto di partenza dell’interpretazione della luce da parte dei progettisti under 40, selezionati nell’ambito dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Ragusa.

Le conferenze e le visite alle mostre rilasciano crediti formativi professionali ad architetti e a designer iscritti ai rispettivi Albi, le visite alle installazioni sono gratuite e rimangono aperte al pubblico per un mese.

Saranno confermati, come eventi collaterali, le cene ai Giardini Iblei a cura dell’Antico Convento e al Castello di Donnafugata a cura dello chef Claudio Ruta.

Sara possibile usufruire di visite guidate ai Palazzi barocchi più esclusivi di Ibla.

Palazzo Cosentini
La costruzione risale alla metà del secolo XVIII, per volontà del barone Raffaele Cosentini e del figlio Giuseppe, e si concluse nel 1779. Monumento riconosciuto dall’Unesco, si trova nel cuore del quartiere degli Archi, cerniera tra la nuova città “di sopra” e la riedificata Ragusa Ibla, dopo il sisma del 1693. Il palazzo è uno dei più antichi edifici barocchi di Ragusa, e presenta una architettura solida e compatta, spezzata da balconi e finestre dall’elegante disegno e dalla fittissima decorazione.

piano terra
I lavori degli studenti delle Accademie di Belle Arti di Brera, ISIA di Faenza e ABADIR di Catania saranno i protagonisti di questa installazione, mettendo in mostra progetti in ambito scultureo, grafico e fashion, tutti uniti da un unico filo conduttore, lo stile Neobarocco. La designer Patrizia Italiano insieme all’artista Rosa Vetrano con la loro installazione cercano di dare un senso ad una realtà complessa e contraddittoria.

piano nobile
Le aziende Migliorinodesign, VIA TOV e Pietracolata, unitamente agli artisti Davide Bramante, Graziano Villa, Massimo Pulini e Giovanni Blanco espongono lavori e progetti dallo stile Neobarocco.

Migliorinodesign
L’azienda Migliorinodesign, brand specializzato nella produzione di rivestimenti decorativi altamente tecnologici, espone una collezione di grafiche in stile Neobarocco applicate su tappeti e carte da parati progettate dall’architetto Roberto Semprini in collaborazione con Elisa Tonelli e la studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Brera Ludovica Rinaldi.

VIA TOV
L’azienda VIA TOV, brand koreano, con base a Seoul, specializzato nella produzione di pezzi di design particolarmente ricercati, espone una collezione di specchi in stile Neobarocco in collaborazione con l’architetto Roberto Semprini e lo studente dell’Accademia di Belle Arti di Brera Gianluca Branca.

Pietracolata
L’azienda Pietracolata, brand siciliano, trasforma la colata lavica del vulcano Etna in sostanza di design espone una collezione di decori in stile Neobarocco in collaborazione con l’architetto Roberto Semprini e la studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Brera Ludovica Rinaldi.

La storia delle carte da gioco raccoglie l’eredità di tutta la penisola italiana, dal nord al sud, dalle Alpi alle isole. Verace tornasole della cultura mediterranea, è proprio tra i pizzi ei decori barocchi che il gioco delle carte si incontra con le superfici scure di pietra lavica, autentico legame con il territorio siciliano. Un progetto decorativo che utilizza una trama barocca all’interno dei quattro simboli delle carte da gioco. Un progetto audace, che utilizza il colore rosso, in rilievo, sulla superficie della pietra lavica scura. Sono riletti in chiave neobarocca i quattro simboli: picche, fiori, cuori e quadri e il retro delle carte da gioco.

Davide Bramante
Davide Bramante, artista di spicco del panorama italiano, che ha fatto di Arte, Viaggio e Fotografia la sua stessa missione di vita. Riconosciuto a livello internazionale per le sue opere fotografiche di grande formato, che ritraggono le città metropolitane di tutto il mondo realizzate con la tecnica analogica dell’esposizione multipla in fase di ripresa, risultato di più scatti – da quattro a nove – sullo stesso fotogramma, l’artista è in grado di far convivere nella stessa immagine luoghi e tempi distinti e distanti di una stessa città, in cui vicende e stili si stratificano in suggestive trasparenze. Ciò che ne emerge è la storia stessa di quelle città, immagini uniche in cui è possibile ritrovare la morfologia di fatto nuova di un territorio, dettata da elementi naturali e antropici, architetture, paesaggi, opere d’arte, ma soprattutto dalla personale sensibilità dell’artista, che si sofferma su elementi in grado di combinarsi fra loro in paradigmi di volta in volta diversi e di disvelare allo spettatore quintessenze altrimenti invisibili. Le opere in mostra sono, di fatto, rilievi stratigrafici che tracciano la geografia di luoghi in cui il Barocco, nelle sue forme originali, è uno degli elementi stilistici maggiormente connotativi del territorio – come nel caso del Val di Noto – ma altresì spazi in cui il lo stile Barocco giunge al termine di un progetto inteso quale “esperienza urbana di un’architettura effimera tesa ad affascinare e sedurre lo spettatore” (D. Tanzi, A. Bentivegna, “Times Square, il neon barocco”, La Voce di New York), come capita osservando Times Square.

Graziano Villa
“Dopo aver realizzato numerosi ritratti di personaggi importanti nell‘ambito economico, politico e culturale, o di semplici artigiani, posso dire di essere particolarmente entusiasta di questa nuova esperienza. Attraverso i miei “Ritratti d’Architetture”, “scavo” graficamente nelle strutture dei grandi monumenti realizzati dall’uomo, per trovare le loro “linee essenziali”, quelle che, probabilmente, avevano in mente i loro creatori. Parlo di Ritratti a ragion veduta perché, come nel ritrarre le persone, ho tentato di personalizzare questi Giganti. Li ho “spogliati” della loro materia, amplificando la loro struttura grafica, ovvero la loro “anima”. Catturo nelle mie opere il mondo interno dell’architettura in un modo che l’occhio umano non può cogliere e ci fanno riflettere su ciò che ci fa sentire reali. In questo nuovo settore della Fotografia Artistica, ho raccolto grandi risultati di critica, professionali ed esistenziali. Le mie opere esposte nella Manifestazione “Barocco&Neobarocco – 2023” a Ragusa, sono delle elaborazioni in linea con l’argomento della Mostra, perché reinterpretazioni di architetture del Barocco Italiano, famose in tutto il Mondo”.

Massimo Pulini | SIDERALE
Si intitola Siderale una recente serie di opere di Massimo Pulini, eseguita su lastre radiografiche e dedicata al tema del Tempo e alla sua dimensione simbolica. Partendo dall’origine astronomica degli strumenti che lo misurano e dalla narrazione che trae metafore dai miti, coi quali sono nominate le costellazioni, l’artista ha reinterpretato la tradizione neoclassica di comporre gruppi scultorei attorno al quadrante di preziosi orologi da tavolo. Quei bronzi dorati che evocavano duetti amorosi, metamorfosi divine o contese allegoriche ambientate in Arcadia, si trasformano nel pennello liquido di Pulini in oggetti della memoria. Sospesi nella profondità insondabile dello spazio, avvolti dall’atmosfera lunare delle lastre radiografiche, le sculture barocche diventano corpi lontani, siderali, nella pittura sfocata e lattiginosa dell’artista cesenate. Riflettere sul passato con uno specchio contemporaneo.

Giovanni Blanco
Uno dei punti che relaziona la mia opera con quella di Massimo Pulini è di un dipinto di Van Dyck, un Sant’Onofrio, recentemente attribuito dal Pulini al grande artista fiammingo. Da quest’opera ne ho desunto una mia personale versione, quasi fosse una grande riproduzione in bianco e nero (come quelle riprodotte nei vecchi libri di storia dell’arte), dove la presenza massiccia del nero fa perdere molti dei dettagli che conosciamo nell’originale. L’opera ha per titolo “Tutte le notti di Onofrio”, un dipinto del 2021 che, per certi aspetti, trovo ancora irrisolto ma, proprio per questo, disponibile a un “passaggio” che rovescia il mio rapporto con esso. Il resto del mio intervento a Palazzo Cosentini fa leva sul concetto di sogno e di sonno, in quanto persuaso dalla forza, misteriosa e inafferrabile, che il tempo ordinario subisce durante le nostre esperienze oniriche, come ulteriore punto di contatto con il lavoro di Massimo. Il progetto si articola attraverso due miei autoritratti i quali, per estensione visiva e sentimentale, trovano sponda riflessiva ora con un d’apres da Ribera, ora con una piccola scultura raffigurante il mio volto dormiente. Infine, a far da commento e da contraltare a quanto finora descritto vi è l’immagine dipinta di una scimmia inserita in un contesto borghese, intenta a collezionare opere d’arte: un espediente ironico che riaccende la macchina allegorica della finzione e della trasformazione tipica del Barocco, in linea con lo spirito che anima questo evento culturale.

Ex Chiesa San Vincenzo Ferreri
La fondazione della chiesa viene fatta risalire al 1509 ad opera dei frati domenicani. Annesso alla chiesa venne contestualmente realizzato un convento (oggi non più esistente) successivamente ampliato nel ‘600. Sebbene non siano noti in dettaglio i danni subiti dal complesso a causa del terremoto del 1693, la presenza di un grande portale murato nella parete nord della chiesa, nonché di altri elementi (come altre aperture murate), fa ritenere che la chiesa non crollò del tutto ma venne semplicemente riparata e consolidata. Sia la facciata sia gli interni, infatti, furono rifatti (o perlomeno pesantemente restaurati) durante il 1700, con la costruzione dietro l’abside (nel 1727) di un oratorio adibito a sede della confraternita domenicana.

Loredana Roccasalva
L’installazione sarà un percorso dentro alle trame dei tessuti e fuori di esso, nel racconto della vita silenziosa incastrata nelle trame degli abiti, a cui daremo parola grazie agli interventi sonori di Antonio Giannone. Sono tracce delle storie imbrigliate tra i fili di ogni singolo capo, narrano vite vissute, suoni e sensazioni. Il progetto sarà immortalato, narrandolo, dagli scatti del fotografo Simone Aprile che realizzerà dei ritratti di alcuni personaggi che indosseranno queste giacche barocche neobarocche. Il percorso sarà completato dall’installazione di alcune T-shirt, frutto della collaborazione tra Loredana Roccasalva e Emanuele Mandolfo, illustratore, che per l’evento in oggetto hanno realizzato una capsule collection Barocco e Neobarocco, con una Tshirt dedicata all’evento.

Teatro Donnafugata
Il Teatro Donnafugata risale alla prima metà del ‘800 ed è inserito in uno dei contesti più belli e particolari di Ragusa Ibla: quello di Palazzo Donnafugata, uno tra i più significativi palazzi di Ragusa, anche per le sue opere pittoriche in esso contenute. Nel 1997 per volere dell’avvocato Scucces, proprietario dell’immobile, iniziarono i primi lavori di restauro e recupero del piccolo Teatro di famiglia che iniziò la sua ascesa verso il ruolo che da sempre avrebbe dovuto competergli: quello di “cuore pulsante” dell’intero palazzo. Completamente finito di restaurare nel 2004, il teatro Donnafugata rappresenta l’unico teatro di Ragusa e con i suoi 100 posti è stato annoverato tra i più piccoli teatri Europei ed insignito nel 2006 del prestigioso premio Eurispes “Le cento eccellenze italiane”. Dalla data di ultimazione del restauro il Donnafugata funziona regolarmente come teatro aperto al pubblico pur mantenendo la sua gestione privata affidata da sempre alla proprietà del teatro stesso.

Veronika Aguglia
Performance: In funn’o mare. Danza e coreografia di Veronika Aguglia con testi di Tomasi da Lampedusa, Davide Enia, Blessing Okoedion. L’assolo, tra danza e parola è racconto di storie di chi si sposta, ieri come oggi. Tra i poemi cavallereschi e la crudele attualità dei recenti sbarchi. Il femminile si declina attraverso l’onirica vocecorpo della sirena che si fa portatrice di racconti di un mare carico di presagi, desideri e drammi.

MU.DE.CO | Museo del costume
Nel 2014 l’Amministrazione Comunale di Ragusa acquisisce una preziosa collezione di abiti e accessori appartenuta a Gabriele Arezzo di Trifiletti, composta da: 460 abiti completi; 695 singoli indumenti; 1555 accessori moda con scarpe e cappelli di ogni foggia; 72 elementi di oggettistica varia tra cui prodotti per la cosmesi, utensili per il ricamo e il cucito e, tra gli altri, una singolare sedia-parto e una curiosa vasca da bagno da viaggio. L’allestimento dei pregiati pezzi da collezione è stato affidato alle sapienti mani dell’architetto Giuseppe Nuccio Iacono, coadiuvato con competenza da fidati collaboratori con i quali ha organizzato una coinvolgente narrazione di “tre secoli di moda”. Al museologo-storico del costume è stato affidato il delicato compito di andare oltre le forme e i colori della materia per sentirne la “parte immateriale” che ne costituisce l’anima invisibile: dietro ogni piega ha voluto riportare alla luce le danze, la musica, gli sguardi e le chiacchiere e quella fitta trama sociale di un mondo lontano. Ogni manichino ha interpretato il corpo che ha indossato quell’abito mediante un certosino lavoro di modellazione della forma che ha seguito e accompagnato le linee sartoriali del vestito. A completamento, una serie di accorgimenti che garantiscono con impianti tecnici tutti i parametri necessari per la corretta conservazione dell’umidità relativa, temperatura, filtraggio delle polveri e illuminazione.

Museo della Cattedrale
Giuseppe Leone | METAFORE
Metafore è un’esperienza mentale evisiva molto raffinata. Barocca, come barocca è la forma di Ragusa Ibla. Giuseppe Leone, in realtà, moltiplica l’esperienza barocca di Ragusa Ibla. Producendo un effetto ulteriormente barocco, nell’accostare alle sculture fotografate, fotografie di uomini, donne e bambini L’effetto barocco sta nel destare meraviglia e meravigliosa è la somiglianza inattesa tra le pose e le smorfie delle sculture e quelle delle persone. Le sculture guardano le persone, sembrano vegliare su di loro. Le une vive le altre morte. Ma chi è vivo chi è morto.

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