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Acqualagna, la “regina” del tartufo e non solo

Acqualagna,fiera del tartufo
Acqualagna, fiera del tartufo

La Riserva Naturale Statale Gola del Furlo

Nel 2000 la Gola del Furlo è stata dichiarata “Riserva Naturale”. L’istituzione, di fatto, è un riconoscimento da parte dello Stato di una realtà già presente, con il quale si impegna a sostenere progetto di tutela e valorizzazione del territorio. Del resto, la zona è di straordinaria importanza nazionale e internazionale. Qui si trovano specie vegetali e animali rarissime, il luogo ha caratt eristiche che geomorfologiche di grande rilevanza, gode di abitati forestali aventi peculiarità uniche. Con i suoi 3600 ettari di boschi, pascoli e cime incontaminate, è un autentico paradiso attraversato dal fiume Candigliano che si insinua tra le pareti della Gola. Un serbatoio naturale da proteggere – secondo in Regione soltanto al Parco Nazionale dei Sibillini – la cui gestione è affidata alla Provincia di Pesaro Urbino. Vale la pena visitarlo, per la suggestione del paesaggio e per la ricchezza di specie di flora e fauna che solo qui si possono ammirare. Inoltre il Furlo è stato anche il luogo in cui è stata impiantata la prima tartufaia d’Italia nel 1933.

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Il Passo del Furlo

Lungo la via Flaminia, tra Fano e Acqualagna, a 248 chilometri da Roma (per secoli è stata la via più breve di collegamento fra Adriatico e Tirreno) è uno dei passaggi storici per i grandiosi lavori che gli Etruschi prima e i Consoli e gli Imperatori romani poi vi fecero (muraglioni, tagli di roccia, gallerie) e per essere stato in tutti i tempi teatro di grandi battaglie. Il paesaggio è suggestivo, pittoresco e selvaggio. Le pareti rocciose dei monti Pietralata e Paganuccio, prodotte  dall’erosione delle acque del Candigliano, si innalzano per centinaia di metri a picco su un verde laghetto o e formano la caratteristica Gola del Furlo. Le acque del fiume Candigliano si gettano a poca distanza nello storico fiume Metauro che ricorda la sconfitta e la morte di Asdrubale. La località prende il nome da Forulus e cioè dalla grande galleria romana aperta nel 76 d.C. dall’lmperatore Vespasiano entro la quale tuttora passa la strada Flaminia.

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Passeggiata tra le meraviglie della Gola

La Riserva Naturale Statale Gola del Furlo propone passeggiate, escursioni e visite guidate gratuite con servizio di accompagnamento alla scoperta delle peculiarità storico-naturalistico che dell’area protetta. Una passeggiata suggestiva tra le imponennti pareti della Gola del Furlo, che si snoda lungo la strada Flaminia, alla sinistra orografica del fiume Candigliano. Un percorso semplice, pianeggiante, ricco di emozioni: il miglior modo per godere della moltitudine dei fiori che crescono nella gola, dei rapaci e degli altri uccelli che volano e nidificano sulle ripide pareti . Le passeggiate sono accessibili a tutti (anziani, bambini, mamme con passeggini, disabili fisici, ecc.)

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Il Museo del Territorio “Lorenzo Mannozzi-Torini”

E’ un prezioso contenitore di paesaggi umani e naturali che porta alla scoperta dell’identità del “Territorio della Gola del Furlo”. Il Museo si trova al Furlo e si propone come uno spazio di incontro tra la natura, l’evoluzione, la storia, la cultura ed il rapporto dell’uomo con la montagna. L’intento è di offrire un’immagine del Territorio dei Monti del Furlo di tipo integrata, definita contemporaneamente sia dagli aspetti più strettamente geografici, geomorfologici e naturalistici che da quelli relativi alla storia, all’architettura e alla cultura dell’area protetta. Alla scoperta del nido dell’Aquila Reale Le montagne del Pietralata (889 metri) e del Paganuccio (976 metri) off rono uno scenario suggestivo in cui si alternano boschi, pareti rocciose e prati, a cui si aggiunge la ricchezza dei fossili, la straordinaria concentrazione di specie vegetali che vivono nei più diversi habitat e la presenza di innumerevoli animali, tra cui l’aquila reale, simbolo della Riserva del Furlo, che nidifica sulle pareti rocciose del Monte Paganuccio. Una rete sentieristica di 52 km consente di attraversare boschi, leccete, una faggeta ed anche praterie sommitali, che off rono spazi immensi per gli appassionati di birdwatching. Sono organizzate visite presso l’Osservatorio dell’aquila sul Monte Pietralata. Guidati da un esperto e tramite l’uso di un cannocchiale, è possibile ammirare lo straordinario rapace e il nido prescelto.

Alla scoperta del nido dell’Aquila Reale

Le montagne del Pietralata (889 m) e del Paganuccio (976 m) offrono uno scenario suggestivo in cui si alternano boschi, pareti rocciose e prati , a cui si aggiunge la ricchezza dei fossili, la straordinaria concentrazione di specie vegetali che vivono nei più diversi habitat e la presenza di innumerevoli animali, tra cui l’aquila reale, simbolo della Riserva del Furlo, che nidifica sulle pareti rocciose del Monte Paganuccio. Una rete sentieristica di 52 km consente di attraversare boschi, leccete, una faggeta ed anche praterie sommitali, che offrono spazi immensi per gli appassionati di birdwatching. Sono organizzate visite presso l’Osservatorio dell’aquila sul Monte Pietralata. Guidati da un esperto e tramite l’uso di un cannocchiale, è possibile ammirare lo straordinario rapace e il nido prescelto.

 

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Parco Avventura del Furlo

Si trova nella Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo e si rivolge a chi desidera provare l’emozione di una scalata tra gli alberi. Nell’area golenale della riserva, è il luogo ideale per sperimentare nuovi modi di stare a contatto con la natura. Il Parco Avventura del Furlo è strutturato in 3 percorsi acrobatici, di cui uno per l’attività di Pratica e Briefing e 2 Percorsi sospesi pensati per un’utenza a partire dai 6 anni (minimo 110 cm di altezza) ma utilizzabili anche dagli adulti per un totale di 21 elementi di percorso totali.

Gola del Furlo, riserva nazionale statale

Il profilo del Duce

Tra il giovane direttore dell’Avanti Benito Mussolini e il Furlo fu amore a prima vista. Quando divenne Duce dei destini d’Italia transitò per questo tratto (questa era una delle poste più importante per il cambio dei cavalli) per 56 volte. In tutte le occasioni si fermò all’antica stazione del Furlo, oggi trasformata in prestigioso ristorante e albergo. Agli avventori il proprietario nonché chef Alberto Melagrana offre la possibilità di ammirare le uova del Duce, racchiuse dentro una boccia di vetro verde che funge anche da lampadario nella prima saletta della trattoria. Si perché Mussolini era un goloso della frittata al tartufo che si faceva cucinare ogni volta. E in onore del Duce, nel menù di oggi si trovano le uova di Benito: rigorosamente con tartufo bianco di Acqualagna. La Milizia Nazionale Forestale, nel 1936, realizzò, sul Monte Pietralata, il Profilo del Duce. Alla fine della guerra si decise di smantellarlo ma ancora oggi è possibile vedere parte del profilo sulla roccia. Si trovano ancora le cartoline che riproducono il profilo perfettamente integro.

 

L’Abbazia di San Vincenzo

Sorge in prossimità della Gola del Furlo, poco prima dell’imbocco verso Sud-Ovest. Il nome dell’antico cenobio viene riportato già in un documento del 970, anche se la costruzione è di molto anteriore. In questo importante complesso abitarono S. Romualdo (1011), uno dei grandi riformatori del monachesimo, e S. Pier Damiani (1042). Nel secolo XIII l’Abbazia incontrò un’ossenata opposizione da parte del Comune di Cagli nel controllo di alcuni castelli, tra cui quello di Drogo. Un’iscrizione posta sull’architrave della porta principale ricorda un restauro avvenuto nel 1271, dopo una rappresaglia ad opera dei cagliesi. Nel 1439 con una bolla di Eugenio IV viene decretata l’annessione del complesso monastico al Capitolo di Urbino.

 

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Antiquarium Pitinum Mergens.

E’ ospitato all’interno della vecchia sede del Municipio in un edificio risalente probabilmente al XVI secolo. Prende il nome dall’antica città romana, di cui quella moderna è l’erede, che si trovava presso Pian di Valeria, in località Pole, a circa 4 km dall’abitato attuale, in un’area già intensamente frequentata in età preistorica e protostorica. Nell’Antiquarium viene descritto il territorio della città in epoca romana. Nell’allestimento viene inoltre sottolineato il ruolo fondamentale avuto dalla via Flaminia nella conquista militare e nella romanizzazione della zona. La peculiarità di questo museo è quella di offrire al visitatore l’opportunità di conoscere dettagliatamente struttura, funzioni e materiali tipici di una fattoria romana tra l’età repubblicana ed i primi secoli dell’impero: infatti sono qui esposti i reperti provenienti dallo scavo della villa rustica rinvenuta in località Colombara di Acqualagna, indagata tra il 1995 ed il 1997 dall’Università di Urbino in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per le Marche.

 

antiquarium

 

 

Ricerca e raccolta Tartufo

Ad Acqualagna vengono organizzate visite ed escursioni nelle tartufaie, per partecipare all’appassionante ricerca del bianco e del nero più ambito dai buongustai di tutto il mondo. Tra la fine del secolo scorso e l’inizio del ‘900 la cittadina ha conosciuto la migrazione di centinaia di cercatori di tartufo che, avendo imparato il mestiere e la passione per trovare fortuna, andarono a colonizzare altre zone d’Italia per verificare la presenza del pregiato frutto della terra. I cercatori di tartufo partivano a piedi con i loro cani verso le zone del centro e sud Italia portando ovunque la conoscenza del tartufo. Erano capaci di riconoscere la produttività di una zona dal colore delle case che denotava il materiale di costruzione e, quindi, il tipo di terreno. Oggi le cose sono ovviamente cambiate, ma gli abitanti di Acqualagna sono rimasti particolarmente legati a queste tradizioni. Basti pensare, ad esempio, che un cittadino su quattro ha il patentino di cercatore di tartufo. E ancora, il 70% dei cani da tartufo in Italia vengo allevati proprio in questa zona. Una passione che si tramanda di padre in figlio. Ci sono intere famiglie che su questo tubero basano la propria economia domestica. Oggi l’esperienza di andare a tartufi può essere condivisa da chiunque.

 

Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Acqualagna

tartufo

 

Casa Natale Enrico Mattei

Enrico Mattei nasce ad Acqualagna il 29 aprile 1906. La casa natale divenuta oggi il primo museo in Italia a lui dedicato. Qui la storia si è fermata e conserva intatta e alcuni inediti stralci di storia personale del grande Mattei: l’ultima firma dell’ingegnere fatta prima di essere ucciso; Il tappo della bottiglia di champagne stappato nel febbraio 1953 a seguito della firma di approvazione e fondazione E.N.I. avvenuta in Corso Venezia a Milano. E poi alcuni effetti personali, come la scrivania rimasta intatta con i suoi occhiali, le sue letture, il portasigarette… le passioni di quando non pensava al lavoro, ovvero la pesca, di cui si conservano tutti suoi strumenti .

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A cura di Christian Battistoni

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