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Pasolini si divide in tre nel progetto Pier Paolo Pasolini TUTTO È SANTO

Si ispira alla frase pronunciata dal saggio Chirone nel film Medea “Pier Paolo Pasolini TUTTO È SANTO”, il titolo del progetto espositivo concepito e curato collettivamente da Michele Di Monte, Giulia Ferracci, Giuseppe Garrera, Flaminia Gennari Santori, Hou Hanru, Cesare Pietroiusti, Bartolomeo Pietromarchi, Clara Tosi Pamphili in programma da ottobre a febbraio presso tre diverse sedi museali: l’Azienda Speciale Palaexpo di Roma (Palazzo delle Esposizoni), le Gallerie Nazionali di Arte Antica e il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Pensato in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922), ha come punto di partenza il tema della corporeità ed intreccia discipline, media, opere originali e documenti di archivio secondo tre direttrici autonome, specifiche per ogni sede, ma concepite per potersi integrare allo scopo di sollecitare riflessioni inedite sulla produzione pasoliniana, sull’influenza culturale che ha esercitato e ancora esercita sullo sguardo di chi la osserva dal XXI secolo. Una celebrazione a tutto tondo della figura del regista, scrittore e artista che anche con la semplice scelta del titolo evoca la misteriosa sacralità del mondo: il mondo arcaico, religioso, del sottoproletariato, un mondo senza classi e senza appartenenze ideologiche, in opposizione a quello della modernità ordinato secondo i principi razionali, laici, borghesi.

Il corpo poetico, Palazzo delle Esposizioni, dal 19 ottobre 2022 al 26 febbraio – La mostrapresenta esclusivamente materiali originali: un’accurata selezione di oltre 700 pezzi che vanno a comporre un ritratto “corporeo” e inedito del grande intellettuale italiano: fotografie vintage, giornali dell’epoca, prime edizioni di libri, riviste sulle quali per la prima volta comparvero interviste, articoli, interventi, e poi dattiloscritti, ciclostilati, filmati, dischi, nastri, e oltre 250 costumi e abiti di scena. Un’esposizione che, in ogni sua parte, parla di amore per le cose e i corpi, nel nome della santità del reale. Anche gli articoli in riviste e quotidiani dell’epoca vengono esposti nella emozionante integrità della loro prima apparizione e “incarnazione” nel mondo. Di ogni citazione, quindi, è non solo indicata ma anche esibita, la fonte nella sua realtà materiale.

Tema cardine della mostra è come in Pasolini il corpo sia stato il luogo dell’incarnazione della parola. Quest’interpretazione risuona come inedita poiché in nessun altro poeta, scrittore, intellettuale o autore cinematografico il corpo ha fatto spazio alla parola in maniera così autentica. Le sezioni della mostra sono dedicate al volto, alla voce, ai costumi, al rapporto di Pasolini con le donne, e alla derisione. Tutto ruota attorno alla dimensione radicale che Pasolini, come poeta e autore, ha vissuto con la totalità del suo corpo. Ha attraversato e sperimentato il mondo con una fisicità che talvolta aveva il significato di pienezza e splendore, tal altra di tragedia, ma risuonando sempre di un amore estremo per la vita e il reale.

 L’esposizione è articolata in sette sezioni tematiche: Volto – Le persone sono santi; Dileggio – Il linguaggio dei padri; Femminile – Il sacro che ci è tolto; Abiti – I costumi del corpo; Voci – Di popolo e di poeta; Partitella – La vera Italia, fuori dalle tenebre; Roma – La città in strada e Roma – Complice Sodoma.

Al centro del percorso espositivo lo spazio circolare della Rotonda di Palazzo delle Esposizioni è trasformato in una grande sala-lettura in cui sono presenti numerose edizioni di libri su e di Pier Paolo Pasolini liberamente fruibili dal pubblico.

Tra i progetti speciali, in mostra un vinile prodotto da Bomba Dischi, in collaborazione con Gucci, sponsor del progetto, con Ariete, Franco126, CLAVDIO, Giorgio Poi, POP X & Giacomo Laser che rendono un omaggio alle “canzonette” scritte e amate da Pasolini, e che sarà possibile ascoltare per tutta la durata dell’esposizione.

Il corpo veggente, Palazzo Barberini, dal 28 ottobre 2022 al 12 febbraio 2023 – La mostra delle Gallerie Nazionali esplora il ruolo determinante dell’ispirazione della tradizione artistica nel cinema e nell’immaginario figurativo pasoliniano, dai Primitivi al Barocco, dall’arcaismo ieratico dei pittori giotteschi al realismo sovversivo di Caravaggio.

Il percorso della mostra, concepito come un “montaggio”, illustra il potere di sopravvivenza delle immagini, la loro carica espressiva ed emotiva: tracce di una memoria che ritorna, di radici antropologiche profonde. Trasfigurate dall’obiettivo poetico di Pasolini, le immagini antiche resistono come testimoni del mistero sacro e insieme mondano del nostro rapporto con la realtà e con la storia.

Il corpo politico, MAXXI, dal 16 novembre 2022 al 12 marzo 2023 – Al MAXXI la chiave di lettura dell’opera pasoliniana è restituita attraverso le voci di artisti contemporanei, le cui opere evocano l’impegno politico dell’autore e l’analisi dei contenuti sociali ispirati dalle sue opere. L’esposizione è concepita come un macrotesto che include un dialogo serrato tra le opere degli artisti e gli oltre 200 documenti – tra foto e i testi – legati all’ultima fase della carriera di Pasolini, in particolare il 1975. Negli anni Settanta, Pasolini concentra la sua scrittura sulla denuncia verso gli organi del potere, avvenuta pubblicamente dalle prime pagine del “Corriere della Sera”.

Per questo al centro dell’esposizione è posto il corpo politico, ovverosia un insieme di dichiarazioni che riflettono sul sistema di anarchia del potere contemporaneo, sul sesso come metafora del consumo e della mercificazione dei corpi. La genuinità del volgo che perde la sua sacralità, gli effetti del consumo mediatico sul grande pubblico, i nuovi poteri letti come forze disgreganti del presente, la voce dell’artista come atto di protesta sono i temi che articolano la mostra.

Da segnalare anche la rassegna cinematografica Pasolini prossimo nostro, Palazzo delle Esposizioni – Sala Cinema dal 20 ottobre all’8 dicembre – I film di Pier Paolo Pasolini hanno avuto il grande merito di non somigliare a niente e a nessuno, forse perché Pasolini non era solamente regista ma anche romanziere, poeta, drammaturgo, saggista. Quei piani sequenza in bianco e nero sulle baracche e quei primi piani di volti segnati e ieratici di una Roma da Terzo Mondo non potevano non influenzare futuri cineasti volti a indagare luoghi e corpi della marginalità, palcoscenici naturali di speranza e maledizione di un mondo contadino che veniva pian piano sgretolato dal “miracolo economico”.

Si possono pertanto riscontrare affinità in autori come Mauro Bolognini, Ettore Scola e l’amico e collaboratore Sergio Citti. Il mondo chiuso del sottoproletariato viene tradotto oltreoceano con ambienti degradati e urbani dalla ditta Warhol – Morrissey in film come Trash – I rifiuti di New York, il cui doppiaggio italiano fu curato proprio da Pasolini e Dacia Maraini. Mentre le felici commistioni tra il mito, l’apologo apocalittico e la fiaba in Edipo re, Porcile, Medea e Il fiore delle Mille e una notte hanno influenzato l’estetica e l’etica di molto Cinema Novo da una parte e delle visioni desertiche di Jodorowsky dall’altra. La rilettura trasgressiva di alcune fasi e personaggi storici da parte di Derek Jarman (Caravaggio) è debitrice dei Racconti di Canterbury e de La ricotta. Lo stesso Jarman ha impersonato Pasolini nel cortometraggio di Julian Cole Ostia. In linea con l’estetica dei romanzi “borgatari” e di Accattone, si trovano Amore tossico e Non essere cattivo di Claudio Caligari, che restituiscono non solo il degrado sociale ma anche il dramma della droga. Più legati invece a un’estetica nichilistica si situano i cinici Ciprì e Maresco, debitori sia al Ferreri più apocalittico che al Pasolini più disperante di Porcile e di Salò o le 120 giornate di Sodoma. Sono infine le prime opere pasoliniane, impegnate a pedinare il sottoproletariato romano, a ispirare maggiormente autori come i fratelli D’Innocenzo, Matteo Garrone, Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, senza dimenticare i “vesuviani” Antonio Capuano e Pappi Corsicato.

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