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Snpa, “eccellente” il 95 per cento delle acque di balneazione

mare in Sardegna

Con oltre il 95 per cento delle acque di balneazione di qualità “eccellente”, l’Italia è tra i Paesi migliori dell’Unione europea. A rivelarlo è l’ultimo aggiornamento della classificazione dei tratti di costa adibiti alla balneazione del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.

Stando ai dati, 5.090 km di tratti marini (il 95,6 per cento della costa monitorata) sono inseriti nella classe di qualità “eccellente”, la più alta prevista dal sistema di classificazione europeo. Se si aggiungono anche i tratti con classificazione “buona” (153 chilometri, pari al 2,9 per cento del totale) si arriva al 98,5 per cento.  Inoltre, 32 km (0,6 per cento) rientrano nella classe di qualità “sufficiente”, 44 km in qualità “scarsa” (0,8 per cento).

Tra le regioni migliori per qualità delle acque spiccano la Puglia (99,7 per cento) e il Friuli Venezia Giulia (99 per cento), seguiti da Sardegna (98,4 per cento) e Toscana (98,2 per cento). Valori elevati si raggiungono anche nelle altre regioni, mentre è esclusa la Sicilia, monitorata dal sistema sanitario regionale. Le differenze su valori prossimi o superiori al 90 per cento sono attribuibili anche alle specifiche caratteristiche delle coste monitorate.

Percentuali analoghe emergono per la qualità delle acque di balneazione di laghi e fiumi: sui 662 km su cui avviene il monitoraggio, 630 km sono bagnati da acque di qualità eccellente, pari al 95,2 per cento del totale monitorato. 20 km sono di qualità buona (3,1 per cento), 6 km in qualità sufficiente (0,9 per cento), 1 km in qualità scarsa (0,2 per cento).

Si tratta di dati ormai consolidati, che confermano quanto rilevato negli anni precedenti, frutto dell’attività di sorveglianza e controllo a cura delle Agenzie ambientali, che effettuano il monitoraggio in gran parte delle regioni. Nell’arco del 2023, il Snpa ha prelevato circa 26mila campioni di acqua di mare e oltre 2.300 campioni di acque di fiumi e laghi, per un totale di più di 28mila campionamenti.

La classificazione è realizzata tenendo conto di due i parametri microbiologici in base ai quali viene valutata la balneabilità delle acque, le concentrazioni di Escherichia coli ed enterococchi intestinali. Complessivamente, sono 4.710 le aree su cui viene svolto il monitoraggio, da cui sono escluse quelle permanentemente vietate alla balneazione, come foci dei fiumi, porti, aree militari, aree protette, in cui generalmente non si effettuano prelievi.

A livello europeo le acque italiane risultano migliori della media dei paesi Ue, sulla base dei dati elaborati dall’Agenzia europea dell’ambiente.

La classificazione in vigore in questa stagione balneare si basa sulle campagne di monitoraggio svolte nei quattro anni precedenti ed è quella che viene comunicata anche all’Agenzia europea per l’ambiente. I prelievi poi proseguono per tutta l’attuale stagione balneare, avviati già da diverse settimane. Gli esiti vengono pubblicati sui siti delle singole Arpa e sul portale Acque del ministero della Salute. In caso di superamenti dei limiti di legge, i risultati vengono trasmessi alle autorità locali per l’emanazione di divieti temporanei di balneazione.

A tutela della salute dei bagnanti, le Arpa svolgono anche un monitoraggio di sorveglianza per organismi potenzialmente tossici (cianobatteri, alghe come Ostreopsis ovata) sia nelle acque marine sia in quelle lacustri, propedeutico all’eventuale adozione di misure restrittive nelle condizioni previste dalla normativa. Inoltre, le Agenzie per l’ambiente effettuano anche prelievi straordinari in caso di anomalie, ad esempio presenza di schiume e colorazioni anomale, con indagini volte anche ad accertare eventuali contaminazioni chimiche (tensioattivi e idrocarburi).

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