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In attesa del G7

Sarà l’ennesima occasione di dialogo, ma in una fase cruciale per la geopolitica internazionale, segnata in particolare dai due conflitti in Medio Oriente e nel Nord Europa. La richiesta principale che viene dal mondo è racchiusa in una sola, autorevole parola: Pace. Vedremo se questa bandiera riuscirà a costituire l’emblema del vertice, affiancando quelle tematiche già al centro delle 20 preliminari riunioni tecniche ministeriali tra rappresentanti di sette nazioni, quali l’industria, la tecnologia, il digitale, gli esteri, il clima, l’energia, l’ambiente, la giustizia, le finanze. In sintesi, le questioni economiche e sociali.

Il cinquantesimo vertice del G7 si svolgerà dal 13 al 15 giugno 2024, nel comune di Fasano, in Puglia, presso l’hotel Borgo Egnazia. L’evento sarà presieduto da Giorgia Meloni, in quanto il 1° gennaio 2024 – e fino al 31 dicembre 2024 – l’Italia ha assunto, per la settima volta, la presidenza del G7, succedendo al Giappone e precedendo il Canada.

I partecipanti rappresentano alcune tra le maggiori economie mondiali: prenderanno parte al G7 il presidente statunitense Joe Biden, il primo ministro giapponese Fumio Kishida, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro britannico Rishi Sunak e il primo ministro canadese Justin Trudeau. Vi saranno anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Il vertice vedrà la straordinaria partecipazione di Papa Francesco, sicuramente tra i segnali più incoraggianti, sperando che i suoi moniti non cadano nel vuoto. Del resto la democrazia, la libertà, la solidarietà, il benessere comune dovrebbero costituire i principi di base della convivenza internazionale, nonché quelli fondativi degli Stati partecipanti e dell’Unione europea. E dovrebbero essere declinati nei temi al centro del dibattito internazionale, richiamati anche dalla presidenza italiana: dai focolai di crisi determinati dai conflitti in corso, alla materia economica che include, tra l’altro, il ruolo delle economie emergenti e il peso delle ancora diffuse povertà con le questioni migratorie. Altre sfide riguardano il clima e l’ambiente, a cui sono collegate le scelte energetiche, ma anche i problemi etici imposti dalle nuove tecnologie, con l’irruzione dell’intelligenza artificiale.

“Abbiamo una grande responsabilità sulle nostre spalle e intendiamo onorarla al meglio delle nostre possibilità, dimostrando ancora una volta quanto l’Italia sia capace di tracciare la rotta – ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. E nel programma della presidenza italiana è indicata la difesa del sistema internazionale basato sulla forza del diritto. “La guerra d’aggressione russa all’Ucraina ne ha intaccato i principi e ha scatenato una crescente instabilità, visibile nei diversi focolai di crisi. Altrettanto importante il conflitto in Medio Oriente, con le relative conseguenze sull’agenda globale – si legge nella presentazione. Ancora: “Sarà centrale il rapporto con le nazioni in via di sviluppo e le economie emergenti. Prioritaria l’attenzione nei confronti dell’Africa. La sfida è costruire un modello di partenariato vantaggioso per tutti, lontano da logiche paternalistiche o predatorie. Particolare riguardo sarà, inoltre, dedicato alla regione dell’Indo-Pacifico. L’Italia dedicherà grande importanza alle questioni migratorie e porrà all’ordine del giorno alcune tra le principali sfide dei nostri tempi, tra cui il nesso clima-energia e la sicurezza alimentare. Il G7 ha la responsabilità e il dovere di individuare, insieme ai suoi partner globali, soluzioni innovative”.

Sul tema dell’intelligenza artificiale, il programma italiano ricorda che questa tecnologia “può generare grandi opportunità ma anche enormi rischi, oltre ad incidere sugli equilibri geopolitici”, sottolineando che “è necessario sviluppare meccanismi di governance e fare in modo che l’intelligenza artificiale sia incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo, dando applicazione concreta al concetto di algoretica”.

Il G7, pur operando senza una struttura organizzativa permanente, gode ormai di un’attenzione primaria nel mondo, avendo quasi cinquant’anni di esperienze alle spalle. La prima riunione delle nazioni come forum informale di cooperazione economica e finanziaria è avvenuta, infatti, nell’ormai lontano 1975 a Rambouillet, in Francia, quale risposta alla crisi energetica del 1973. Al primo vertice parteciparono Francia, Germania, Giappone, Italia Regno Unito e Usa. L’anno dopo il Canada è entrato a farne parte e il G7 ha assunto la sua attuale configurazione. Dal 1977 partecipano ai lavori anche i rappresentanti della Comunità economica europea, oggi Unione europea. Tra il 1997 e il 2013 il G7 è diventato G8 con l’inclusione della Russia, poi sospesa nel 2014 a seguito dell’annessione illegale della Crimea.

Negli anni il G7 ha ampliato i suoi obiettivi a 360 gradi, toccando tutti i principali argomenti di politica internazionale con riflessioni più articolate nelle sue decisioni. Il vertice si conclude con l’adozione di un comunicato nel quale vengono infatti delineati gli impegni politici, che dovrebbero esercitare un’influenza rilevante sulla governance globale e sui suoi processi decisionali.

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