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L’esempio di Matera

Domenico MamoneIn questi giorni la suggestiva chiesa di Santo Spirito a Firenze ospita (fino al 4 febbraio 2018) il presepe monumentale di Matera realizzato dall’artista Francesco Artese. L’opera, davvero straordinaria, è stata esposta in Vaticano e poi a New York, prima di raggiungere il capoluogo toscano, riscuotendo dappertutto ampi consensi. Composta di 110 personaggi, rappresenta anche riti e tradizioni della civiltà rurale lucana.

E’ questa soltanto una delle tante iniziative che continuano ad imporre Matera come uno dei poli d’attrazione culturale del nostro Mezzogiorno. Nella città lucana, ad esempio, è in corso – fino al 4 febbraio 2018 a Palazzo Lanfranchi – l’importante mostra fotografica internazionale “Matera imagined” realizzata dall’American Academy. E’ possibile ammirare gli scatti inediti di fotografi statunitensi che nell’immediato dopoguerra giunsero nella terra lucana. Tra questi, David Seymour, Emmet Gowin, Herny Cartier Bresson, fondatori dell’agenzia Magnum.

Ma per gli appuntamenti culturali di questo periodo natalizio c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ad esempio, c’è un’altra mostra fotografica che testimonia l’intensa attività di street photographer di Arturo Zavattini. Nella chiesa rupestre della Madonna delle Virtù, nel rione Sassi, fino al 12 gennaio 2018 è possibile ammirare le 55 sculture di Vincenzo Lo Sasso, artista pugliese di origini lucane. E mentre il Centro arti integrate propone un ricco calendario di eventi culturali per il periodo natalizio (interessanti gli appuntamenti con la musica locale), così come il Molino Dell’Acqua per i 65 anni di attività organizza attività culturali e visite guidate, gli eventi tradizionali – come il presepe vivente nei Sassi – raccolgono platee da grandi occasioni.

Tutto questo è la prova evidente di come investire nell’identità, nei beni territoriali e nella cultura assicuri importanti ricadute per l’economia locale. Matera, la città dei Sassi, tra il 2010 e il 2017 conquista il podio per incremento turistico (dati del Centro studi turistici di Firenze). La città lucana, che ha puntato fortemente sulla valorizzazione del proprio territorio, della sua storia, del suo patrimonio artistico e umano, negli ultimi sette anni ha incrementato di ben il 152,4 per cento il volume di visitatori. Ciò, appunto, rappresenta un costante volano per sempre nuove iniziative: alla vigilia del 2019, quando beneficerà del titolo di “Capitale europea della cultura”, già può considerarsi una star della ricettività nazionale e internazionale.

Ad attestarlo non sono soltanto i numeri concreti. Una recente ricerca internazionale sui siti Unesco più apprezzati dai viaggiatori, secondo i giudizi e le recensioni pubblicate su TripAdvisor, vede Matera (protetta dall’Unesco dal 1993) in una ragguardevole sesta posizione, dietro a siti di Cambogia (Angkor Wat), India (Taj Mahal), Cina (Grande Muraglia), Perù (Machu Picchu), Argentina (cascate Iguazú), Polonia (Auschwitz-Birkenau). La città lucana sbaraglia ben quattro siti toscani, compreso il centro storico di Siena.

Matera, negli anni, ha saputo capitalizzare le proprie ricchezze affidatele dalla storia. A cominciare dai Sassi, nuclei abitativi tra i più antichi al mondo, che raccolgono testimonianze di epoche diverse. Compreso quello sfollamento della popolazione dai Sassi, dove si viveva in condizioni molto degradate, con una legge speciale nel dopoguerra – in particolare dopo le denunce dello scrittore Carlo Levi, nel suo “Cristo si è fermato a Eboli” del 1945. Il piano regolatore degli anni Ottanta ha rilanciato la città con nuova edificazione. Fino alla riscoperta dei Sassi, diventati non solo set cinematografici di successo, ma anche una delle attrazioni principali del Mezzogiorno d’Italia. Un esempio indubbiamente da seguire per le tante altre “perle” disseminate nel nostro Sud.

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