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Mileto (VV): fino al 31 gennaio in mostra la Madonna delle Pere

È a Mileto, in provincia di Vibo Valentia, il primo museo prestatore della mostra Calabria Angioina, ospitata dal Museo civico di Altomonte fino al 31 gennaio 2024.

L’esposizione, curata da Stefania Paone, è parte del progetto culturale condiviso dalla Direzione regionale Musei Calabria guidata da Filippo Demma, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria e il Comune di Altomonte che, grazie al prezioso contributo dell’Amministrazione comunale di Mileto, consentirà alla comunità miletese di riscoprire la figura di un illustre concittadino, il pittore Paolo di Ciacio da Mileto, allievo dell’illustre maestro siciliano Antonello da Messina e autore del celebre dipinto della Madonna delle Pere, una delle più importanti e rare testimonianze della pittura calabrese del Quattrocento.

La mostra, curata dal direttore del Museo Maurizio Cannatà e dagli storici dell’arte Antonio Geremicca e Stefania Paone dell’Università della Calabria, sarà visitabile fino al 31 gennaio 2024.

Il Museo statale di Mileto è il luogo della memoria storica di una comunità, un presidio di cultura, uno spazio pubblico vitale e inclusivo dove si tutela e si conserva l’eredità storico-culturale di un intero territorio e si educa al suo uso sostenibile.
 Il Museo di Mileto è altresì un “grande attrattore scientifico”, cui tantissimi studiosi e istituzioni di ricerca italiane e straniere indirizzano i loro studi, poiché al suo interno è conservata una preziosa collezione di marmi medievali tra le più importanti della Calabria, ceramiche, arredi sacri e dipinti che raccontano la storia della città vecchia di Mileto, distrutta e abbandonata in conseguenza del terremoto che colpì la Calabria meridionale nel 1783. Proprio a Mileto Ruggero I D’Altavilla pose il centro della contea normanna di Calabria, promosse l’istituzione della prima diocesi latina dell’Italia meridionale e fondò l’abbazia della SS. Trinità, uno dei più grandi e importanti monasteri del medioevo italiano.

Il percorso museale abbraccia un vasto arco temporale che va dall’età bizantina al XIX secolo ed è suddiviso su due piani. Nel primo sono conservati i pregiati marmi romani riutilizzati dal Gran Conte Ruggero per decorare l’abbazia della SS. Trinità. Al secondo gli splendidi sarcofagi trecenteschi di Ruggero Sanseverino Giovanna d’Aquino, feudatari di Mileto durante il regno angioino, i ricchi arredi sacri dell’antica cattedrale, le preziose immagini di culto e tra queste l’ineguagliabile crocefisso in avorio attribuito ad Alessandro Algardi.

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