martedì , Luglio 16 2024
Home / Centro studi / Alcune osservazioni sul PNRR

Alcune osservazioni sul PNRR

Unsic ha naturalmente seguito lo sviluppo del PNRR e la sua messa in funzione. Fermo restando il valore assoluto del PNRR nel rilancio dell’economia e nel rafforzare la coesione sociale, una prima valutazione
del percorso e delle difficoltà, incontrate sino ad oggi, spinge Unsic a rilevare certi punti problematici:
a) Il collo di bottiglia amministrativo: l’attuazione del PNRR e la sua ricaduta concreta sul territorio, sugli ambiti territoriali e sulle imprese, è ostacolata dalle difficoltà burocratiche, e in ultima analisi dall’effettiva capacità di spesa della nostra amministrazione. Per quanto lo snellimento burocratico e la semplificazione amministrativa siano elementi trasversali e finalità dichiarate del PNRR, proprio qui si rileva un elemento potenzialmente paradossale: che sono gli stessi enti amministrativi preposti a riformare sé stessi a esercitare poteri di controllo e di riforma; a questo si collega il rischio che per i progetti approvati vada a singhiozzo, nei vari meandri degli uffici pagatori e addetti alla contabilità, il flusso di liquidità, creando difficoltà alle aziende; appare quindi necessario vigilare sull’efficienza ed efficacia dei centri di spesa, e far sì che il controllo, oltre che sulle “pietre miliari” dei traguardi e obiettivi, talvolta dichiarati ma non misurati, avvenga sui flussi di spesa, sulla loro continuità e tempestività; inoltre, occorre un sistema di rilevazione dell’impatto delle misure a posteriori dell’intervento, aspetto su cui ci pare che si sia poco riflettuto.
b) Il problema delle strategie: a livello locale, non sembra essere avvenuta la medesima maturazione che si è vista a livello europeo e nazionale, e il PNRR sembra essere inteso, in certe sedi, come un semplice meccanismo di finanziamento dall’alto, senza capacità di visione strategica. E’ stato autorevolmente rilevato come la fragilità a livello locale abbia spinto a grandi disegni generali, meno utili e meno sostenibili a livello sociale e ambientale di interventi più mirati e selettivi. La strategia del PNRR tende a essere top-down, cioè scendere dall’alto al basso a piramide. Il passaggio dall’indirizzo “macro” all’attuazione attenta e particolareggiata non è scontato, e non ci pare sufficientemente definito. Riteniamo che esista un problema di ordine partecipativo: rappresentare le istanze locali.
Tavoli a livello regionale, a volte già nati per impulso di singoli amministratori, potrebbero rivelarsi utili: tavoli dove sia più presente la partecipazione delle parti sociali e quindi la voce delle aziende. Anche una maggiore presenza, o meglio una nuova presenza, di consulenti ed esperti del mondo imprenditoriale che collaborino a livello locale con una struttura amministrativa spesso sottodimensionata potrebbe essere opportuna.
c) Le priorità: siamo consapevoli che il PNRR ha già previsto un ventaglio ampio, esteso per quantità e qualità, di missioni, temi, progetti. Non si tratta qui dunque di fare nuove proposte di intervento. Però ci permettiamo di evidenziare quegli aspetti che, tra i molti, non dovrebbero essere assolutamente tralasciati, e su cui anzi la dimensione tecnica del PNRR si intreccia con quella dell’agenda politica nazionale e delle sue emergenze: la proposta Unsic “FSO: formazione-sensibilizzazione-occupazione” è la nostra proposta per: – la formazione: l’aumento di valore del capitale umano che richiede che le Regioni migliorino la formazione continua al lavoro attraverso un maggior impiego delle nuove tecnologie e di laboratori di sperimentazione, anche così affrontando in modo costruttivo la polemica sull’occupabilità dei percettori di Reddito di cittadinanza;

  • la sensibilizzazione a un approccio culturale che avvicini lavoratori e imprese su valori e interessi comuni, impiegando meglio l’alternanza scuola-lavoro, e le agenzie per il lavoro specializzate
    nella ricerca e selezione del personale;
  • l’occupazione: ad aumentare quantità ma anche qualità dell’occupazione in termini di sicurezza, salari, qualità.

Questo, riteniamo, va ad incrociarsi con le indicazioni di missione del PNRR: maggiori energie possono e debbono essere orientate all’autoproduzione in ambito agricolo di energia elettrica e al riciclo dei materiali di scarto della produzione, pensando alle nuove aziende agricole multifunzionali; all’attivazione di migliori politiche attive del lavoro, nel cui ambito Unsic sottolinea l’opportunità di una migliore attivazione delle agenzie private, in complementarietà con i Centri pubblici; il coinvolgimento di quelle strutture, enti bilaterali, fondi interprofessionali, centri di assistenza agricola, che sostengono assieme aziende e cittadini, e che possono partecipare, come stakeholder, alla definizione degli obiettivi e all’attuazione degli interventi.
d) Una proposta: risulta che già il Portogallo abbia proposto di dilatare di un anno i termini di scadenza del PNRR, non per diluire l’intervento ma per mettere a meglio a punto le criticità di sistema che ad oggi rileviamo, e che richiedono interventi in corso d’opera, per così dire, sulla governance e sulla macchina di gestione ed amministrazione.
e) Infine, rileviamo l’urgenza della riforma trasversale prevista dal PNRR, quella dell’amministrazione, sopra accennata, e soprattutto quella della giustizia e della sua macchina, con la riduzione dei tempi delle procedure e dei processi, in una situazione come quella attuale che costituisce oggi un elemento grave di incertezza per l’attività, e non di certezza del diritto.

Check Also

formazione

La formazione degli immigrati come risorsa

L’articolo di Luca Cefisi, apparso sulla rivista “Forme” n.25, pone l’attenzione sulle potenzialità dei lavoratori immigrati in …