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Ue: nuove norme per la riduzione dei rifiuti alimentari e tessili

Arriva un primo voto favorevole dalla Commissione per l’ambiente in materia di prevenzione e riduzione dei rifiuti alimentari e tessili in Unione europea.

Mercoledì 14 febbraio 2024 i deputati della Commissione si sono espressi sulla proposta di revisione della direttiva quadro sui rifiuti, con 72 voti favorevoli, nessuno contrario e tre astensioni.

La finalità della proposta è quella di aumentare gli obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti proposti dalla Commissione ad almeno il 20% nella trasformazione e produzione alimentare (invece del 10%), al 40% pro capite nella vendita al dettaglio, nei ristoranti, nei servizi di ristorazione e nelle famiglie (invece del 30%), rispetto alla media annuale generata tra il 2020 e il 2022. I paesi dell’Ue dovrebbero garantire che questi obiettivi siano raggiunti a livello nazionale entro il 31 dicembre 2030. I deputati chiedono inoltre che la Commissione valuti la possibilità di presentare proposte legislative adeguate per introdurre obiettivi più elevati per il 2035 (almeno 30% e 50% rispettivamente).

Ogni anno nell’Ue vengono generati 60 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (131 chilogrammi a persona) e 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili. Solo abbigliamento e calzature rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, equivalenti a 12 chilogrammi di rifiuti pro capite ogni anno. Si stima che meno dell’1% di tutti i prodotti tessili nel mondo vengono riciclati per produrne di nuovi.

Le nuove norme, istituirebbero regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR), attraverso i quali gli operatori economici che mettono i tessili disponibili sul mercato dell’Ue coprirebbero i costi per la loro raccolta differenziata, cernita e riciclaggio. Gli Stati membri dovrebbero istituire questi regimi 18 mesi dopo l’entrata in vigore della direttiva (rispetto ai 30 mesi proposti dalla Commissione). Parallelamente, i Paesi dell’Unione dovrebbero garantire, entro il 1° gennaio 2025, la raccolta separata dei tessili per il riutilizzo, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio.

Queste norme riguarderebbero prodotti tessili come abbigliamento e accessori, coperte, biancheria da letto, tende, cappelli, calzature, materassi e tappeti, compresi i prodotti che contengono materiali tessili come pelle, cuoio ricostituito, gomma o plastica.

La relatrice Anna Zalewska ha dichiarato: “Forniamo soluzioni mirate per ridurre gli sprechi alimentari, come promuovere frutta e verdura ‘brutte’, tenere d’occhio le pratiche di mercato sleali, chiarire la data di etichettatura e donare alimenti invenduti ma consumabili. Per i tessili, colmiamo le lacune includendo anche i prodotti non casalinghi, tappeti e materassi, nonché la vendita tramite piattaforme online. Chiediamo inoltre un obiettivo di riduzione dei rifiuti tessili, con un controllo sull’esportazione dei tessili usati. Migliori infrastrutture per aumentare la raccolta differenziata per l’efficientamento dei rifiuti urbani, in modo che gli elementi che possono essere riciclati vengano estratti prima di essere inviati all’inceneritore o alla discarica”.

L’intera Eurocamera voterà sulla proposta durante la sessione plenaria di marzo 2024. Il dossier sarà seguito dal nuovo Parlamento dopo le elezioni europee del 6-9 giugno.

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