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Leadership vuol dire responsabilità

di Domenico Mamone Presidente UNSIC

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Sono rimasto turbato dal dramma di Piacenza, uno scioperante travolto dal camion di un altro lavoratore, responsabile involontario, che a quello sciopero non aderiva. Da molto tempo un conflitto sul lavoro non provocava vittime, come deve essere normale. Senza conoscere il merito di quella vertenza, nel settore difficile e delicato della logistica, dove le aziende devono far fronte a sfide complesse, e gli operatori sono sottoposti a pressioni spesso pesantissime, mi pare comunque di percepire che ci siano molte e diverse responsabilità, in questa morte di un padre di cinque figli, immigrato.  Traspaiono dalla vicenda anche responsabilità del sindacato, per il ricorso ad una forma di lotta così aspra, il picchetto, che si spinge quasi al limite del diritto di sciopero. Ma non voglio tacere anche quelli che sembrano gli errori dell’azienda. Insomma, si ha l’idea di un clima da anni 50 del secolo scorso, un ritorno indietro a tempi passati. Come Unsic, abbiamo sottoscritto un Contratto collettivo nazionale di lavoro proprio in questo settore. Gli strumenti contenuti nei contratti sono importanti: noi crediamo nella contrattazione e nella condivisione, nel supporto che gli enti bilaterali possono dare a un clima più disteso e a migliori condizioni di lavoro. Non siamo ancora usciti dalla crisi economica: proprio durante le crisi occorrono nervi saldi, leadership aziendale, il senso di una responsabilità comune.

La crisi richiede poi scelte politiche generali. Particolare è la nostra attenzione sulle pensioni: un nodo cruciale, per la stabilità dei consumi delle famiglie, il ricambio in azienda, la serenità dei nostri collaboratori. Molto si è discusso su una misura che venisse incontro alla comprensibile delusione, diciamo pure alla sensazione di ingiustizia, che il brusco spostamento in avanti del limite d’età, sotto la spinta del rigore sui conti pubblici e dei parametri europei, aveva lasciato in quei lavoratori che si sono visti allontanare la pensione proprio a un passo dal traguardo. Non era un problema solo italiano, in Germania si è fatta una revisione simile, e la si è fatta accettandone il maggior costo per il sistema. Da noi si sceglie di distinguere tra redditi diversi che affronteranno costi diversi, con una sorta di compartecipazione dei costi tra contribuente e Inps, più macchinosa e non sappiamo ancora quanto efficace. Vogliamo invece sottolineare un tema di cui si è parlato di meno, ma che potrebbe essere molto più interessante: la promessa di arrivare, e vogliamo dire finalmente, alla ricongiunzione gratuita delle posizioni previdenziali articolate su gestioni diverse. Si tratta di una misura che abbiamo sempre auspicato, perché rispecchia la situazione attuale del mercato del lavoro, che vede il succedersi, nella carriera di un lavoratore, di posizioni lavorative di diversa natura contrattuale, o un alternarsi di attività dipendenti e autonome. Punire la flessibilità, che tutti a parole lodiamo come indispensabile ai tempi moderni, non ci sembra una cosa saggia. Attendiamo allora un provvedimento definitivo in questa direzione.

Continueremo a vigilare su queste vicende, e lo faremo anche utilizzando al meglio tutti gli strumenti della comunicazione. Da qualche mese è online un sito web dell’Unsic, www.unsic.it, completamente rinnovato, e siamo su Facebook e su Twitter. La nostra Infoimpresa prosegue, e sarà sempre più uno strumento di riflessione e approfondimento, integrata con la comunicazione telematica e social.

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