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Intervista ad Antonio Mazzitelli (sommelier): “Riappropriamoci dei nostri sensi grazie al vino”

Il vino fa scuola, l’importante è saperlo raccontare. Una cosa che il professor sommelier Antonio Mazzitelli sa fare molto bene, e che fa da diversi anni con molta passione.  L’insegnamento è sempre stato il suo lavoro, sia quando era professore di italiano, latino e greco al Liceo classico “Augusto” di Roma, sulla via Appia Nuova, in una scuola che sapeva ancora trasmettere valori e fare cultura e che anche grazie al culto degli antichi riusciva a formare le generazioni del futuro. Erano gli anni di Antonello Venditti che con “Notte prima degli esami”, in un testo riusciva a raccontare le passioni e le notti passate ad imparare le “versioni” di latino e greco di quei poveri ragazzi che si approcciavano alla maturità. Una scuola ancora viva ed invidiata in tutto il mondo, in cui Antonio credeva fermamente. Le cose poi sono cambiate e la scuola italiana ha iniziato a perdere pezzi e qualità cosa di cui si era accorto ormai da parecchio tempo anche il professor Mazzitelli che nel suo tempo libero continuava a coltivare la propria passione per il vino. Nel 1999 poi, gli amici decisero di regalargli un corso da sommelier in Francia, più precisamente all’Ecole des Vins de Bourgogne, l’occasione per dedicare più tempo alla propria passione e allontanare un po’ il pensiero da una scuola che stava perdendo il rigore di un tempo.

“Ho avuto l’occasione di studiare in Borgogna, nella terra del Pinot Nero, una qualità di uva molto buona ma che i francesi riescono a far diventare eccezionale – queste le parole del sommelier Antonio Mazzitelli. “Tornato in Italia, ho deciso di iscrivermi al corso Fisar ed iniziare il mio percorso per diventare sommelier riconosciuto”. Ed è proprio grazie a questo corso che Antonio Mazzitelli è riuscito a trasformare quella che prima era soltanto un obi in un lavoro. “Il mio lavoro non mi piaceva più, perché la scuola stava perdendo la qualità di un tempo, così quando la Fisar mi ha chiesto di insegnare e fare qualche lezione per loro, non ci ho pensato due volte ad accettare, scegliendo di dedicarmi anche a questa passione”.

Professor Mazzitelli, quando ha fatto la scelta definitiva di dedicarsi completamente al vino?

“Nel 2010 ho aperto l’enoteca Vi3 – Vini, Vizi & Virtù ed ho deciso di lasciare la scuola. “Vi3″ è infatti un po’ l’espressione del mio pensiero. Un’enoteca di nicchia che vive sulla ricerca di piccoli produttori, di realtà inconsuete e di nuovi territori cercando di lavorare sul prezzo sorgente in modo da garantire sempre una qualità molto alta ad un prezzo modesto. Una serie di percorsi culturali che ti permettono di riscoprire paesi e culture. Una scelta che si è rivelata un successo”.

Quello che propone è quindi un sistema innovativo?

“Si, anzi, più precisamente parliamo di un doppio sistema che unisce l’insegnamento all’acquisto consapevole e personalizzato. Un sistema che si sta rivelando funzionale”

Con l’avvento dell’acquisto online come vede il futuro delle piccole realtà come la sua nel settore?

“Le piccole enoteche hanno assorbito il colpo molto bene, anzi, anche grazie alla ripresa, stanno crescendo sia in numero che in vendite. Il 2017 è stato un anno record per il settore che con 9 miliardi di indotto ha trainato la crescita italiana aiutando il paese ad uscire dalla crisi”

Glu Glu Wine, in partnership con l’Unsic e l’Enuip sta organizzando dei “nuovi corsi di avvicinamento al vino” che partiranno nella prima settimana di marzo (orsi a cui è possibile iscriversi compilando il form alla fine di questo link). Corsi da lei ideati e di cui sarà il direttore. Lei è un docente Fisar ormai da molti anni ed uno dei più noti nella regione Lazio, per questo ci piacerebbe conoscere un po’ il suo parere sulla qualità della formazione nel settore in generale.

“Il sistema di formazione, anche nel settore vinicolo, è un po’ troppo frammentato. L’ideologia in un certo senso è riuscita a pervadere anche un settore come quello del vino. Oltre a questo, una tendenza tutta italiano, un eccesso di tecnicismo ha invaso il settore. Al contrario del modello anglosassone, considerato il migliore al mondo, che è più semplice ed omogeneo ed è suddiviso in macro-famiglie di pensiero. Per quanto riguarda il corsi, che faremo insieme, diciamo che sono rivolti agli appassionati del settore. Questi corsi sono una cosa positiva per chi ama il vino, e rappresentano un vero e proprio percorso di conoscenza che oltre ad affrontare la parte tecnica e la geografia, dedicano ampio spazio all’analisi sensoriale e degustativa e alle tecniche di abbinamento cibo – vino.. Infatti , l’uomo sembra aver ormai perso da tempo uno dei propri sensi, ovvero l’olfatto. Questo corsi sono un modo per recuperare se stessi ed i propri sensi, oltre che immergersi un un percorso di conoscenza storica, geografica e gustativa.”

Che ne pensa di Glu Glu Wine con cui ha collaboratori, ad esempio nella serata di degustazione con “La disfida delle bollicine: Francia vs Italia”?

“Per quanto mi riguarda posso dire che vedo in Glu Glu Wine lo strumento che si inserisce perfettamente tra innovazione e tradizione in un settore che come gli altri ha bisogno continuamente di rinnovarsi. Al contrario di molti altri esempi di app, infatti, Glu Glu Wine fornisce una serie di funzioni gratuite per l’organizzazione e la gestione degli eventi degustativi che fino ad ora nessuno aveva mai azzardato a proporre. La possibilità di pubblicare l’evento, di gestire dall’interno gli iscritti e di fidelizzare come “nuovi amici” e quindi nuovi contatti questi iscritti, a cui proporre poi altri eventi, è una qualcosa di molto utile in un sistema che non solo nella formazione, ma in generale si presenta molto frammentato. La possibilità poi, per ogni partecipante,  di poter  compilare la propria scheda di degustazione, può essere da una parte uno strumento in più per il Sommelier nel coinvolgere il proprio pubblico e dall’altra aiutarlo a capire quali sono i gusti di quelli che poi rimarranno per sempre i propri contatti”.

Come ultima domanda vorremmo sapere come vede il suo futuro e quali sono i suoi progetti per i prossimi anni.

“Nei prossimi anni mi vedo ad insegnare all’estero. Proprio nei prossimi mesi, inizierò ad insegnare a Colmar, una città dell’Alsazia, nella Francia nord-orientale. Una boccata d’ossigeno rispetto ad alcune pastoie nell’insegnamento che possiamo trovare in Italia”

(Christian Battistoni)

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