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Addio ad Elliott Erwitt, tra i maestri della fotografia del XX secolo

Il mondo della fotografia dice addio ad Elliott Erwitt, uno dei più grandi maestri del XX secolo, morto all’età di 95 anni nella sua casa a New York.

Elio Romano Erwitz, meglio noto come Elliott Erwitt, era nato a Parigi nel 1928. Figlio di emigrati russi, aveva trascorso parte della sua infanzia in Italia. Con l’avvento del fascismo, nel 1939 la famiglia si era trasferita negli Stati Uniti, prima a New York e poi, nel 1941, a Los Angeles.

Proprio nel Paese a stelle e strisce Erwitt ha intrapreso gli studi di fotografia, fino a renderla la sua carriera. Nel 1953 Robert Capa lo aveva assunto nella Magnum Photos, di cui era fondatore insieme a Henri Cartier-Bresson, George Rodger, William Vandivert e David Seymour. Tra i membri più in vista dell’agenzia, i suoi scatti in bianco nero sono stati pubblicati su riviste del calibro di Collier’s, Look e Life.

Considerato un “gigante” della fotografia del secolo scorso, con la sua macchina fotografica ha immortalato eventi e personaggi che hanno fatto la storia Novecento, come l’incontro tra il presidente Nixon e il segretario del Partito comunista sovietico Kruscev nel 1959 o lo scatto dal titolo “Segregated water fountains”, che ritrae un uomo nero intento a bere a una fontanella per uomini “di colore”, poi diventato simbolo della segregazione razziale.

E ancora lo scatto rubato al presidente Kennedy intento a fumare, la sua consorte velata di nero dopo l’assassinio del marito, o i ritratti di Che Guevara e Marilyn Monroe. Ma il suo soggetto preferito erano i cani che ha ritratto con grande affetto e umorismo.

Il premio “Leica hall of Fame”, di cui è stato insignito lo scorso ottobre, è solo l’ultimo dei tanti riconoscimenti raggiunti nell’arco della sua carriera e le sue fotografie sono state esposte nei più importanti musei e gallerie del mondo, come l’Art institute di Chicago, il Nga a Washington Dc e il Cleveland museum of art.

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